Il Comune di Ardea è pronto ad approdare sui social network. Nel prossimo Consiglio comunale (il 22 marzo) si discuterà il regolamento sull’uso dei social media, un atto previsto per legge e propedeutico all’apertura di account istituzionali del Comune. Il regolamento, composto di otto articoli, è mirato a disciplinare l’utilizzo dei profili social da parte dell’addetto incaricato di aggiornarli (a quanto pare si tratterà di un giornalista) e a dettare le norme di moderazione dei commenti pubblicati dagli utenti.
COSA PREVEDE IL REGOLAMENTO – I profili social del Comune di Ardea serviranno a divulgare esclusivamente informazioni di servizio e istituzionali (bandita la “propaganda” politica), a favorire la trasparenza dell’Ente pubblico e la promozione del territorio e degli eventi pubblici. Sarà un modo anche per interagire direttamente con la cittadinanza, che potrà porre domande pertinenti e ricevere risposte in tempo reale. In particolari situazioni, però, i gestori potranno decidere di chiudere i commenti e la discussione sotto i post.
COSA NON SI POTRÀ FARE – Niente commenti “off topic” e spam. Bando al “trolling” e al “flaming”, cioè quei commenti fastidiosi inseriti ripetutamente o con la chiara volontà di disturbare la discussione, per provocare la reazione degli altri utenti o dei gestori delle pagine. In questi casi i moderatori potranno rimuovere i post. Inoltre, se i comportamenti di violazione delle regole dovessero proseguire o diventare di rilevanza penale, il moderatore potrà bloccare l’utente o addirittura segnalarlo al social network e alle autorità competenti.
NIENTE CAMPAGNA ELETTORALE O PROPAGANDA – Secondo il regolamento che il Consiglio comunale esaminerà giovedì prossimo, i profili social del Comune devono limitarsi a una comunicazione strettamente istituzionale. A maggior ragione nei periodi di campagna elettorale, nei quali il servizio sarà limitato solo a comunicazioni impersonali e prive di commenti. Una previsione, questa, mirata a evitare che l’Amministrazione in carica possa utilizzare i canali istituzionali per la comunicazione politica. Storture molto frequenti, che un regolamento dovrebbe riuscire a impedire.