Il pubblico ministero Giuseppe Bontempo, al termine della sua requisitoria, aveva chiesto condanne per 122 anni di carcere. Il Tribunale di Latina, al termine di una camera di consiglio andata avanti per sei ore, ha condannato a venti anni di reclusione Vincenzo Crupi, detenuto al 41 bis, a 21 anni Rocco Crupi, a 10 anni Emanuele Cilia, a 10 anni e quattro mesi Pietro Cinotti, a 10 anni e 8 mesi Antonio Morganella e a 11 anni l’albanese Arben Qushku. I sei sono stati inoltre interdetti in perpetuo dai pubblici uffici. Assolti invece per non aver commesso il fatto Giovanni e Rosario Cilia.
Le indagini, portate avanti dall’Antimafia di Roma e di Reggio Calabria, che si è poi concentrata sull’ipotesi dell’associazione per delinquere di stampo mafioso ed è arrivata a un processo che l’estate scorsa ha portato ad altre condanne per Vincenzo e Rocco Crupi, rispettivamente a 20 anni e a 14 anni e 4 mesi di reclusione, culminarono nell’arresto dei fratelli Crupi, calabresi trapiantati a Latina, considerati legatissimi al pericoloso clan Commisso di Siderno e con ottime entrature nel mondo criminale olandese e canadese. Tanto che, quando le famiglie calabresi presenti a Toronto iniziarono a discutere su cosa fare dopo l’omicidio del boss Carmine Verducci, avvenuto il 25 aprile 2014, agli incontri partecipò proprio Vincenzo Crupi.
Le motivazioni della sentenza verranno depositate dal Tribunale di Latina entro novanta giorni.