Ormai da anni circa 1000 lavoratori, soprattutto donne che in media percepiscono 500-600 euro al mese, vivono una situazione di grave precarietà per le erogazioni delle retribuzioni ritardate, decurtate o non pagate affatto, per la mancata consegna dei contratti di lavoro, per l’assenza degli adempimenti sulle norme di sicurezza e per l’utilizzo per i lavori di decoro di personale esterno. “¨«In questi quattro anni . Si legge nella nota stampa inviata dal sindacato – sono stati stanziati diversi milioni di euro su questo appalto che puntualmente le aziende hanno riscosso dalle casse dello stato e che, a maggior ragione, non giustificano in nessun modo il comportamento delle aziende che vessano i lavoratori e che non rispettano i capitolati d’appalto. A tale situazione le organizzazioni sindacali e i lavoratori hanno risposto con denunce, scioperi, segnalazioni, decreti ingiuntivi, procedura di messa in fallimento delle aziende presso i tribunali interessati, che hanno portato centinaia di ricorsi giudiziari e alla definitiva risoluzione della convenzione di appalto da parte di Consip alle aziende interessate per “gravissime inadempienze contrattuali e normative”. L’assurdità è che le aziende, nonostante abbiano ricevuto tale risoluzione più di 4 mesi fa, ad oggi sono ancora lì per ritardi burocratici legati a chi deve alla formulare il nuovo bando di gara per assegnare l’appalto per tali servizi. Come si può pensare che le lavoratrici e i lavoratori coinvolti possano continuare a lavorare gratis? Per senso di responsabilità i lavoratori stanno continuando a pulire le scuole ma sono senza stipendio da 8 mesi, l’ultima retribuzione pagata è di giugno 2017, da allora in poi le aziende hanno emesso buste paga a zero».
Per queste ragione è stato indetto uno sciopero per il 21 marzo alle 9, presso la stazione di Frosinone. «Se non arriveranno soluzioni chiare e definitive – si legge -, i lavoratori non potranno più garantire il corretto svolgimento del servizio con ripercussioni pesanti sugli utenti e con il pericolo di non poter assicurare l’apertura delle stesse scuole e il proseguo dell’anno scolastico».