Una rete di protezione grande come il territorio che va dai Castelli Romani al Litorale sud in grado di contrastare la violenza di genere e gli abusi sui minori e nei confronti delle donne. Tutte le parti in causa si sono unite ed è stato firmato il protocollo d’intesa realizzato dalla Procura della Repubblica di Velletri e dalla Asl Roma 6, rappresentate in prima persona dal procuratore capo Francesco Prete e dal direttore generale Narciso Mostarda, che hanno voluto fortemente portare a termine questo ampio e variegato progetto. Hanno aderito al protocollo tra gli altri anche il governatore del Lazio Nicola Zingaretti e il procuratore generale presso la Corte d’ appello di Roma Giovanni Salvi, con il supporto di altri partner interessati alla problematica: la diocesi di Albano, il tribunale di Velletri, il tribunale e la procura dei minorenni di Roma, la Regione Lazio, la questura di Roma, il comando provinciale dei carabinieri, l’ufficio scolastico regionale (ex provveditorato agli studi) e le 30 amministrazioni comunali (uffici servizi sociali) ricadenti nel territorio molto vasto del tribunale di Velletri. “Una rete di protezione a 360 gradi che favorisce la protezione e l’assistenza alle donne e ai minori abusati, ma anche ad altre persone vittime in qualche modo di violenza di genere, uomini, donne, ragazze, ragazzi, bambini. Ha detto il dottor Narciso Mostarda, che è anche un medico psichiatra. Abbiamo attivato all’ospedale Spolverini di Ariccia, in pieno accordo con la procura veliterna, due spazi, molto confortevoli e accoglienti, in una grande stanza, ora esiste uno spazioso Centro di Ascolto per l’assistenza psicologica e sociale alle vittime di violenza di genere. Con alcuni giochi ludici per bambini e madri, o genitori, che ne dovessero fare uso insieme al nostro personale specializzato, assistenti sociali dei distretti Asl, gli specialisti dei molti consultori sparsi su tutto il territorio, gli assistenti sociali dei vari comuni, gli psicologi incaricati dalla procura e altri specialisti del settore. Nell’altro spazio adiacente è stato realizzato invece un ambiente riservato per le audizioni protette e le eventuali registrazioni audio di prove irripetibili, che in questi casi spesso vengono poi a venir meno col tempo che passa. Presto, continua il manager della Asl Roma 6, si aggiungerà anche una Casa Rifugio per la protezione e l’accoglienza di donne vittime di abusi e violenze, sul territorio dei Castelli Romani e Litorale. «La strada è lunga, ma il percorso in tutta la Regione è già iniziato ha sottolineato il governatore Zingaretti – che ha pienamente appoggiato l’iniziativa, con 14 centri anti violenza già operativi e altri 20 in corso di realizzazione in tutta la regione ». Anche la diocesi di Albano ha messo in campo la sua rete di assistenza. «Un’iniziativa di sostegno della comunità tutta ha detto il vescovo Marcello Semeraro- e delle vittime di ogni violenza che mai più devono sentirsi abbandonate. Tra queste situazioni, desidero anche ricordare la casa di accoglienza per padri separati che abbiamo aperto di recente ad Ardea».
Centro Ascolto, chi sono gli operatori
Il Centro di Ascolto di Ariccia, che si trova al terzo piano dell’ospedale “Spolverini” in uno dei reparti restaurati di recente, sarà gestito dalla Procura di Velletri in collaborazione con la Asl Roma 6 e si avvarrà di personale specializzato nominato al bisogno e secondo le esigenze dei vari casi : psicologi, psichiatri, neurologi, assistenti sociali della Asl e dei vari comuni del territorio, infermieri, operatori socio sanitari, educatori e forze dell’ordine. L’ambiente è stato studiato appositamente dagli esperti per far sentire a proprio agio eventuali bambini, minori, donne, vittime di violenza di genere, con una stanza ampia, luminosa, con giochi, mobili, luci e atmosfera rilassanti.
Il Centro di Ascolto di Ariccia, che si trova al terzo piano dell’ospedale “Spolverini” in uno dei reparti restaurati di recente, sarà gestito dalla Procura di Velletri in collaborazione con la Asl Roma 6 e si avvarrà di personale specializzato nominato al bisogno e secondo le esigenze dei vari casi : psicologi, psichiatri, neurologi, assistenti sociali della Asl e dei vari comuni del territorio, infermieri, operatori socio sanitari, educatori e forze dell’ordine. L’ambiente è stato studiato appositamente dagli esperti per far sentire a proprio agio eventuali bambini, minori, donne, vittime di violenza di genere, con una stanza ampia, luminosa, con giochi, mobili, luci e atmosfera rilassanti.
Luciano Sciurba
15/03/2018