“Al momento non abbiamo spiaggia e la situazione dovrebbe cambiare sostanzialmente per avere una stagione dignitosa”. Sono tutti d’accordo gli operatori balneari: ad oggi la stagione estiva 2018 appare compromessa. “Abbiamo speso 54 mila euro per riparare i danni provocati dalle mareggiate a cavallo tra il 2017 ed il 2018 e oggi ci troviamo con le onde che scavano sotto la struttura del chiosco”, dicono i titolari dello stabilimento Le Streghe. “A inizio anno abbiamo dovuto a provvedere a tirare su il chiosco che si è piegato su un lato cedendo strutturalmente. Abbiamo piantato 200 pali ed oggi lo scenario è surreale, sembra trovarsi su una palafitta sul mare”. Situazione simile alla Duna 31,5 dove il mare ha scoperto i sostegni delle strutture anche per due metri azzerando la spiaggia davanti e sui lati. Allo stabilimento Lilandà gli effetti della mareggiata di inizio marzo hanno manifestato tutta la loro potenza erosiva con un taglio netto della spiaggia per oltre un metro e mezzo. “La struttura è poggiata sulla duna e oggi lo stabilimento mantiene un equilibrio precario”, dicono i gestori. “Non abbiamo molte possibilità di scelta, se non interveniamo immediatamente con il posizionamento di pali in obliquo che vincolano il chiosco alla duna, come la sabbia si asciugherà e franerà verso il mare, si porterà giù anche la struttura. Per l’intervento abbiamo stimato una spesa superiore ai 40 mila euro”. “Allo stato attuale siamo letteralmente rovinati, ce ne dobbiamo solo andare”, sono le parole del titolare del Graziella Beach, ristorante Incontramare. “Il mare ci ha portato via almeno 5 metri di spiaggia in un soffio e non è altro che la risultante di anni di sottovalutazione del fenomeno. Basta vedere la profondità della spiaggia 20 anni fa e misurarla oggi. Qui il mare ha mangiato almeno cinquanta metri”. Situazione drammatica anche nei pressi dell’imbocco al canale del Caterattino dove lo stabilimento-ristorante La Giunca è pesantemente danneggiato e l’attività di ristorazione è chiusa. Gli operatori balneari ora guardano agli interventi annunciati congiuntamente dal Comune al Parco. Azioni urgenti che siano a premessa di una stagione che si preannuncia la più difficile degli ultimi anni.
Subito detriti contro le mareggiate
Gli uomini dei Carabinieri forestali nel fine settimana hanno provveduto a posizionare le prime barriere di materiale organico a ridosso della duna. L’opera costituisce il primo provvedimento, d’urgenza, con il quale si conta di fronteggiare il carattere erosivo delle mareggiate preservando l’attuale ecosistema dunale. “In questi giorni ci siamo già attivati per attivare un tavolo tecnico istituzionale che porti a mettere in atto interventi di somma urgenza perché dobbiamo impedire ulteriori erosioni alla duna”, dichiara Paolo Cassola, direttore del Parco Nazionale del Circeo. Subito dopo si dovrà procedere con interventi di medio e lungo termine come il ripascimento dolce via mare. L’azione consisterà nel prelevare sabbia nelle zone dove risulta maggiormente disponibile come il porto di San Felice dove l’abbassamento della profondità sta limitando il transito delle imbarcazioni. Poi va presa in considerazione la cava di sabbia di San Felice.
Gli uomini dei Carabinieri forestali nel fine settimana hanno provveduto a posizionare le prime barriere di materiale organico a ridosso della duna. L’opera costituisce il primo provvedimento, d’urgenza, con il quale si conta di fronteggiare il carattere erosivo delle mareggiate preservando l’attuale ecosistema dunale. “In questi giorni ci siamo già attivati per attivare un tavolo tecnico istituzionale che porti a mettere in atto interventi di somma urgenza perché dobbiamo impedire ulteriori erosioni alla duna”, dichiara Paolo Cassola, direttore del Parco Nazionale del Circeo. Subito dopo si dovrà procedere con interventi di medio e lungo termine come il ripascimento dolce via mare. L’azione consisterà nel prelevare sabbia nelle zone dove risulta maggiormente disponibile come il porto di San Felice dove l’abbassamento della profondità sta limitando il transito delle imbarcazioni. Poi va presa in considerazione la cava di sabbia di San Felice.
Simone Tosatti
14/03/2018