Non ci stanno gli ex assessori di Pomezia Giuseppe Raspa e Daniela Sorrentino, il cui incarico è stato revocato ieri dal sindaco Fabio Fucci, a passare per assenteisti. Il sindaco, infatti, aveva spiegato la decisione di estrometterli a causa della bassissima percentuale di presenze dei due assessori nelle riunioni di Giunta tenutesi da gennaio scorso ad oggi. “Apprendiamo – scrivono Raspa e Sorrentino al Caffè – che il motivo della revoca è legato solo alla mancata presenza alle sedute deliberanti dell’anno 2018, ossia circa lo 0,5% del tempo che dedicavamo al Comune per portare avanti proficuamente tutte le attività a noi assegnate. Chiaramente omettono volutamente di pubblicare il prospetto presenze dei mesi precedenti”. Secondo la tabella relativa al 2018 fornita dal Comune, Raspa è risultato assente a tutte le riunioni mentre Sorrentino ha una sola presenza su 19.
I due ex assessori, tra l’altro, lamentano di essere stati informati della decisione del sindaco solo grazie al post pubblicato sulla pagina facebook del Comune “dopo – sostengono – che avevamo già protocollato via Pec le nostre dimissioni”. E spiegano poi tutti i motivi che li hanno convinti a lasciare l’incarico. “Come già specificato nella nostra lettera di dimissioni – scrivono – abbiamo continuato a svolgere il nostro mandato con dedizione e competenza fino all’ultimo, portando avanti proficuamente tutti i gli incarichi a noi assegnati. A gennaio Fucci ci ha comunicato che non avevamo più diritto di essere informati su tutte le scelte e le attività della Giunta, solo perché (come tutti gli eletti M5S di Pomezia) non ci siamo allineati alla sua decisione di abbandonare il progetto creato dal gruppo M5S Pomezia. Abbiamo espresso subito a Fucci la nostra contrarietà a tale decisione, cercando di convincerlo, per il bene della città, a separare la sua decisione con il nostro diritto ad essere informati per compiere in scienza e coscienza il nostro ruolo di assessori”.
“Non ci venivano inviati i testi delle delibere prima delle riunioni – denunciano – Dopo averlo richiesto più volte verbalmente, il 22 gennaio Daniela Sorrentino è stata costretta a verbalizzare durante la seduta deliberante che non erano stati inviati gli atti. Un comportamento intollerabile e ingiustificabile per un amministratore pubblico. Abbiamo rivendicato il pieno diritto di conoscere i testi prima di partecipare alle sedute deliberanti. Noi due siamo abituati a esprimere pareri su scelte di cui possiamo comprenderne la direzione e l’indirizzo, non ad “alzare la manina” perché qualcuno ci dice di farlo. Di tutta risposta il Comune non ci ha neanche più inviato la convocazione. Infatti tre giorni dopo, il 25 gennaio, con nostra sgradita sorpresa abbiamo appreso che si è tenuta la riunione segretamente senza avvisarci. Oltre alla beffa il danno, in quanto siamo risultati assenti alla seduta del 25. Vorremmo sapere come avremmo potuto essere presenti non essendo stati convocati. Il 26 gennaio abbiamo scritto al Comune chiedendo ufficialmente spiegazioni di tale assurdità e mancanza di trasparenza. Ad ora nessuna risposta ci è pervenuta. Di tutta ulteriore risposta il 30 gennaio Fucci ci comunicava, senza alcuna motivazione, di averci tolto diversi incarichi che stavamo seguendo, in particolare anche i lavori pubblici”.
“Rigettiamo dunque la ridicola e meschina accusa di farci passare quali “assenteisti” – concludono Raspa e Sorrentino – anche fosse solo per la presenza alle sedute deliberanti. Finché è stato possibile, abbiamo continuato a offrire il nostro impegno portando avanti tutte le attività a noi assegnate e per le quali percepivamo una indennità parziale, poiché dichiaratamente e fortunatamente abbiamo un lavoro”.