La questione è stata oggetto della commissione Welfare che si è riunita analizzando l’origine delle problematiche ed annunciando una novità: il progetto “ILMA, Io lavoro per la mia autonomia”. Un progetto di reinserimento occupazionale delle vittime di violenza finanziato dal Dipartimento pari opportunità della Presidenza del Consiglio, sviluppato in partenariato – tramite lo strumento della co-progettazione – con il Centro Donna Lilith. Partecipando al maxi-bando che rientra elle azioni previste dalla Convenzione di Istanbul del 2013 contro la violenza sulle donne e dal Piano nazionale di contrasto, il Comune aveva chiesto 350mila euro per 18 mesi, ma ne ha ottenuti 280mila (eventualmente estendibili all’intero distretto), cifra su cui si dovrà rimodulare un progetto piazzatosi in quinta posizione su 17 finanziati. In concreto, si tratta di corsi di formazione, che dovranno culminare con il reinserimento nel mercato del lavoro di quelle donne già in carico ai Servizi sociali che hanno intrapreso un percorso di sostegno presso un centro anti-violenza oppure ospitate in case rifugio e di proseguimento.
Più precisamente, saranno 25 i soggetti per cui sarà attivato tale percorso, con obiettivi minimi: almeno 20 devono usufruire del tirocinio formativo, almeno 10 potranno proseguire con corsi di formazione specifici, e di questi almeno 5 avranno la possibilità di specializzarsi in laboratori. “Le donne accolte in queste strutture vi alloggiano troppo a lungo, c’è necessità di far ruotare i posti il più possibile e lo si può fare trovando un alloggio e prima di tutto un lavoro per queste donne. Il lavoro è parte integrante del percorso di uscita da episodi di violenza – ha dichiarato l’assessore ai Servizi sociali, Patrizia Ciccarelli –. Questo progetto rappresenta un’importante sfida per un assessorato sottodimensionato come il nostro. E su cui dovranno convergere le energie dell’intero distretto”.
Alessandro Martufi