Oltre alla tutela offerta dalla legge, che va dagli strumenti dell’ammonimento al divieto di avvicinamento fino ai domiciliari e al carcere per i casi più gravi, la battaglia più importante si gioca sul campo della prevenzione in cui la Polizia di Stato è impegnata 365 giorni l’anno, non solo nel contribuire attraverso l’informazione al superamento di una mentalità di sopraffazione, ma a fare da sentinella per intercettare prima possibile comportamenti violenti e intimidatori. In questa prospettiva si muove l’adozione dall’inizio dell’anno del protocollo E.V.A. (Esame delle Violenze Agite) da parte di tutte le Questure d’Italia. Procedura che consente agli equipaggi di Polizia, chiamati dalle sale operative ad intervenire su casi di violenza domestica, di sapere se ci siano stati altri episodi in passato nello stesso ambito familiare. Tutto questo attraverso una procedura che prevede la compilazione di checklist che, anche in assenza di formali denunce, spesso impedite dalla paura di ancor più gravi ritorsioni, consentono di tracciare situazioni di disagio con l’obiettivo di tenerle costantemente sotto controllo e procedere all’arresto nei casi di violenza reiterate. In questa ottica il personale della Divisione Anticrimine, per attuare un monitoraggio del fenomeno, valuta con attenzione i cosiddetti “reati sentinella” per i quali per poter procedere è necessario la querela dell’avente diritto. Gli elementi predittivi di tale fenomeno esistono ed è necessario saperli leggere, intervenendo tempestivamente. Le violenze, anche verbali e psicologiche, infatti, prodrome di azioni con epiloghi a volte fatali, molto spesso non vengono denunciate, perché perpetrate in un contesto culturale radicato, dove la violenza domestica non è sempre avvertita come un crimine dalla stessa vittima.
Sotto il profilo più squisitamente della prevenzione, il Questore di Latina Carmine Belfiore ha avviato dal mese di settembre una serie di progetti, che vedono operatori specializzati confrontarsi fra i banchi scolastici con studenti di ogni ordine e grado della provincia, proprio per contrastare il fenomeno, attraverso una rinnovata cultura, anche alla luce delle innovazioni giuridiche introdotte in materia dal legislatore. Il progetto specifico “Io si che valgo” nasce dall’esigenza di contrastare il fenomeno, oltre che sotto il profilo di polizia giudiziaria, anche sotto quello della prevenzione primaria, diretta ai giovani del nostro territorio, in una fascia di età particolarmente sensibile alla strutturazione cognitiva del concetto di rapporto di coppia. È un’iniziativa di prevenzione primaria rivolta agli studenti delle classi I e II delle scuole secondarie di secondo grado. “Sbullon@ti”, progetto contro il bullismo e la violenza di genere destinato ai giovanissimi delle classe quinte delle scuole primarie. “#Liberalalegalità”, che tratta il tema della legalità con una parentesi importante sul rispetto dell’altro, rivolto agli studenti delle classi terze degli istituti secondari di primo grado.