La perizia ha stabilito che il titolare della gioielleria esplose il colpo con una pistola regolarmente posseduta e solamente dopo i primi colpi sparati dai rapinatori. Si sarebbe trattato di legittima difesa.
Contestualmente, la procura pisana ha chiesto il giudizio immediato per i tre arrestati, ai quali la procura ha contestato anche il reato di tentato omicidio in concorso oltre alla tentata rapina e al porto abusivo di armi. Stando alla ricostruzione dei periti, Simone Bernardi entrò nella gioiellieria di Ferretti insieme a Gabriele Kiflé di Aprilia mentre all’esterno rimase, a fare da palo, Marco Carciati di Pomezia. Nei giorni precedenti un quarto uomo, Daniele Masi di Pisa, aveva effettuato alcuni sopralluoghi esplorativi. Sempre stando alla ricostruzione delle forze dell’ordine, il primo a sparare fu Kiflé.
Ferretti nel frattempo ha chiuso la sua attività.