A causa di uno scompenso renale, nel novembre del 2011, l’uomo (all’ora 61enne) era entrato in dialisi presso il Goretti di Latina ed aveva affettuato anche qualche seduta dialitica presso un centro convenzionato del capoluogo pontino. Al momento dell’inizio della terapia era stato sottoposto ai controlli virali di routine proprio per evitare che fosse positivo a virus patogeni come le epatiti e l”HIV tali da contagiare gli altri pazienti dializzati. Quello che non poteva aspettarsi è che la macchina per il filtraggio del sangue del Goretti infettasse proprio lui che invece era risultato negativo ad ogni virus. Infatti nei successivi controlli dell’aprile 2012 l’uomo risultava positivo ad uno dei più aggressive epatite. Ad un primo momento si era pensato che il contagio potesse dipendere da alcune trasfuioni di sangue somministratogli presso il Policlinico Umberto I dove nel frattempo, fra il dicembre 20111 e il gennaio 2012, era stato ricoverato. Tuttavia, a seguito della richiesta della qualità del sangue infuso risultava che i donatori sarebbero stati esenti da infezioni. Pertanto, tramite l’avvocato Renato Mattarelli a cui si era rivolto per la tutela dei proprio diritti, l’uomo di Sabaudia faceva ricorso all’Asl di Latina per ottenere l’indennizzo previsto dalla legge in favore dei soggetti danneggiati da epatiti da trasfusioni di sangue infetto.
La domanda veniva rigettata (sia dalla Commissione Medico Legale della prima istanza, sia dal Minsitero della Salute a seguito del ricorso gerachico) poiché l’emodialisi non costituirebbe una trasfusioni di sangue per cui esclusivamente la legge prevede l’indennizzo. Diversamente, oggi il Tribunale di Latina ha accolto la tesi dell’avvocato Mattarelli (che ha impugnato i due provvedimenti) secondo cui la legge deve essere interpretato, alla luce del complessivo significato medico-scentifico e legale che ha le trasfusione di sangue che può ricomprendere anche l’emodialisi in quanto di fatto si tratta di una auto-trasfusione: il sangue viene infatti prima estratto dal corpo e, dopo il filtraggio, trasfuso allo stesso paziente.
Il Tribunale di Latina ha quindi accolto pienamente la tesi dell’avvocato Mattarelli secondo cui il rischio per cui la legge prevede l’indennizzo comprende anche l’ipotesi in cui il contagio sia derivato dalla contaminazione del sangue proprio del contagiato durante un’operazione di emodialisi, a causa di una insufficiente pulizia della macchina per emodialisi dalle sostanze ematiche lasciate da altro paziente. La Sentenza si può definire storica e coraggiosa visto che si tratta di una delle prime in Italia visto che al momento ne risultano solo 2 di cui una della Cassazione e una del Tribunale di Milano. Sul piano territoriale pontino l’impatto della Sentenza potrà avere risvolti importanti visto che ufficiosamente non sono pochi i soggetti contagiati da emodialisi. La vicenda giudiziaria dell’uomo di Sabaudia è però destinata ad avere ulteriori sviluppi visto che il riconoscimento del nesso causale fra emodialisi e contagio da epatite C, affermato dalla Sentenza e prima ancora dal Consulente medico legale del Tribunale, apre la strada al’azione di risarcimento integrale di tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali patiti.