Era il 3 ottobre 2016 quando il consiglio comunale di Latina approvò all’unanimità l’istituzione di una osservatorio sulla Ztl, al fine – come si legge nella relativa delibera – di effettuare “attività di analisi, monitoraggio, sintesi e di proposizione di linee di indirizzo sullo sviluppo della zona”. Un provvedimento frutto di un’accesa disputa sia all’interno dell’universo politico latinense che tra i commercianti del centro e che aveva spinto anche Damiano Coletta, in campagna elettorale, a ventilare un’ipotesi di riapertura parziale. Già perché il primo passo, su cui si materializzò una convergenza tra le forze politiche, era quello di analizzare il flusso all’interno della zona per valutare un’apertura al traffico durante i giorni feriali, come chiesto da una parte dei commercianti e della associazioni di categoria. La scadenza per un primo report sullo stato dell’arte era fissato a sei mesi, quindi ad aprile scorso. Ma ad oggi, ben quindici mesi dopo il voto dell’assise comunale, dell’osservatorio non si vede nemmeno l’ombra. O quasi. “Non possiamo negare che siamo in ritardo con la tabella di marcia – ha confessato Felice Costanti, assessore alle Attività produttive, in audizione in Commissione –. I tempi della macchina amministrativa sono purtroppo questi”. La pubblicazione dei criteri per la composizione del tavolo di confronto è arrivata infatti solamente lo scorso 17 ottobre tramite delibera la giunta (la n.457), dopo alcuni passaggi in commissione e ben cinque redazioni dovute al frenetico turn over dei dirigenti. Uno dei motivi principali del ritardo, a detta di Costanti, è prettamente tecnico, un dilemma burocratico: per impostare correttamente il procedimento amministrativo bastava una delibera di giunta oppure era necessario portare la bozza di delibera come ordine del giorno in aula? Dopo un anno si è optato per la prima strada. Ma sul già tortuoso percorso che dovrebbe portare all’istituzione del tanto agognato osservatorio, si sono accumulati i ritardi relativi all’invio delle lettere di adesione per la sua composizione. Missive inviate solamente in questi giorni e indirizzate alle associazioni del commercio (Confesercenti, Confcommercio), dell’artigianato (Cna, Confartigianato), e del terzo settore, che potranno portare a Piazza del Popolo un delegato ciascuna. Un tavolo a cui siederanno anche l’assessore alle Attività produttive, il Comandante del corpo di Polizia Municipale in qualità di dirigente addetto alla mobilità e un rappresentante di ciascuna associazione dei Commercianti dell’area Ztl (che rappresenti non meno di 30 esercizi commerciali). L’impronta politica si avrà con la designazione di tre consiglieri comunali – due di maggioranza, uno di opposizione – come membri effettivi, passaggio che dovrebbe avvenire tramite una semplice conferenza dei capigruppo. Il lavoro di tale organismo consultivo dovrà terminare entro 12 mesi dalla sua istituzione, con un primo report previsto dopo i primi sei mesi. Dati che serviranno a tracciare il futuro del centro del capoluogo, e quindi della sua chiusura completa al traffico. Un progetto che prevede come terzo step quello della pavimentazione (sempre che si riesca ad ottenere un parere positivo da parte della Sovrintendenza dei beni culturali) e su cui si è registrata una retromarcia del centro-destra, autore politico della scelta Ztl, ad oggi allineato al Pd, che su quel provvedimento fece muro. Prospetto che invece ha ottenuto i favori dei civici di Lbc che, per ora, hanno manifestato la volontà di tirare dritto e proseguire sul solco tracciato dall’amministrazione Di Giorgi. E in questo senso i numeri sulla zona – sia di flusso che sulle entrate degli esercizi commerciali – potrebbero sciogliere più di qualche dubbio e orientare il dibattito politico verso una direzione ben precisa: chiusura al traffico totale o parziale?
Alessandro Martufi
08/01/2018