Contrordine: le monetine da uno e due centesimi non si conieranno più in Italia dal primo gennaio del nuovo anno. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze corregge quanto riferito al giornale il Caffè questa mattina, 20 dicembre. L’Ufficio stampa del Tesoro, al quale avevamo chiesto lumi sulla vicenda, ha spiegato poco fa che «dal primo gennaio valgono quelle disposizioni che prevedono lo stop alla produzione delle monetine da uno e due centesimi previste dalla legge n. 96 dello scorso 21 giugno, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria». Pensavano che quella norma fosse stata a sua volta eliminata con la legge Finanziaria. E invece… «In legge di Bilancio non è passata la norma che avrebbe sospeso la disposizione approvata a giugno scorso – precisa al Caffè la gentile dottoressa Laura Sala, capo dell’Ufficio stampa del Ministero -, quindi significa che a bocce ferme quella norma di giugno è in vigore, poiché non sono intervenute novità, come invece si ipotizzava». Dunque dal primo gennaio vale lo stop alla produzione delle monetine e l’arrotondamento (o al rialzo o al ribasso: ad es. se il prezzo contempla i tre o quattro centesimi, questi diventano 5; se il prezzo prevede uno o 2 cents, si arrotondano a zero). «Attenzione, però – precisa l’Ufficio stampa del Tesoro – non vuol dire che le monetine da uno e due centesimi cessino di avere corso legale, perciò i commercianti in Italia dovranno continuare ad accettare queste monete». Ha avuto seguito così la proposta avanzata dal deputato eletto nel Lazio Sergio Boccadutri del PD. Almeno per ora. Al Ministero, infatti, scommettono che verrà superata. «È presumibile che non restino così le cose – aggiunge la dirigente interpellat adal Caffè – e che si porrà mano alla normativa con la nuova legislatura dopo le elezioni politiche per cancellare la norma che blocca il conio delle monetine da uno e due centesimi». A muovere verso ulteriore verifica il nostro giornale, la segnalazione di un lettore. Grazie alla sua collaborazione, il Caffè ha potuto sollecitare nuovamente il Ministero, che con trasparenza e disponibilità ha chiarito come stanno le cose.
20/12/2017