Erano presenti esperti del settore ittico, tra cui Paolo Berni, professore di Acquacoltura eco-sostenibile all’Università di Pisa, Marco Porcelli, ingegnere specializzato nello studio delle aree di ripopolamento marino, Antonio Aquino, avvocato specializzato sulla normativa del settore, Dario Ferraro, presidente della Lega Consumatori Pomezia, Paolo Fiorentini, subacqueo specializzato in condotte sottomarine. C’era anche Riccardo Borghesi, unico assessore della Giunta comunale pometina ad aver risposto all’invito.
«SI PUÒ FARE MEGLIO»
Alludendo a possibili fondi ma per altri progetti, l’avvocato Aquino ha spiegato: «L’Unione europea e la Regione Lazio prevedono diverse forme di aiuto per i pescatori. Gli aiuti diretti, per il sostegno economico della pesca professionale o della pesca artigianale, ovvero dei piccoli pescatori. E gli aiuti indiretti, con i fondi per la costruzione delle barriere che servono a ripopolare il mare di flora e fauna. Torvajanica potrebbe costituire in futuro un volano per l’economia turistico-ricettiva e ittica di Pomezia, ma l’Amministrazione comunale deve d’ora in avanti prestare più attenzione alle criticità della pesca e dell’inquinamento del mare». «Il Comune – ha aggiunto il professor Paolo Berni – ha messo in bilancio dei soldi per realizzare un progetto, chiamato Pegaso, che prevede il ripopolamento ittico di un chilometro quadrato di mare pometino. Questa è una cosa positiva e utile. L’importante però è che i progetti producano poi davvero dei vantaggi concreti con l’utilizzo di sistemi al passo coi tempi. Ho visto il progetto del Comune e a mio avviso – conclude l’esperto – si può fare meglio».
L’ALTERNATIVA SENZA CHIMICA
«In tanti comuni d’Italia e del mondo – ha ‘gridato’ Paolo Fiorentini, sostenuto dai pescatori, tecnici e consumatori – si utilizzano dei sistemi di ripopolamento ittico di nuova generazione che creano un inquinamento ambientale e igienico-sanitario molto più basso rispetto a quello proposto dal Comune di Pomezia col progetto Pegaso. Le barriere per il ripopolamento ittico di recente concezione sono costituite da strutture elicoidali: piccole casette con cui si favorisce la nascita e crescita dei pesci, costruite con cemento puro e senza additivi chimici. Questo sistema costa il doppio di quello proposto dal Comune, ma è sostenuto da una letteratura scientifica consolidata e da pareri di Enti e università nazionali e internazionali che garantiscono risultati nettamente migliori in termini di rendimento ittico e l’assenza di rischi per i sub che gravitano in zona. Ma perché non provare a realizzarlo – ha concluso – magari accedendo ai fondi dell’Unione Europea e della Regione Lazio?». Invece il progetto scelto dal Comune, non è finanziabile dall’Europa.
BORGHESI: «PROGETTO PEGASO IN ARRIVO»
«Il nostro progetto Pegaso – ha dichiarato davanti ai cittadini l’Assessore Riccardo Borghesi, che ha battibeccato aspramente in più di un’occasione con Fiorentini – ha gli stessi obiettivi di quello che proponete voi: ripopolamento ittico, combattimento della pesca a strascico e incremento del turismo-subacqueo. Un progetto certificato dalla Regione Lazio. Verrà finanziato con 250mila euro di fondi comunali. Non ci stiamo inventando nulla: si tratta di un progetto a basso impatto ambientale e igienico-sanitario. Di recente, in Conferenza dei Servizi (il tavolo istituzionale regionale, ndr) vari Enti Pubblici l’hanno promosso senza imporre alcuna prescrizione. Il progetto esecutivo è in dirittura d’arrivo. Stiamo per avviare a giorni la gara pubblica per l’assegnazione del bando».