Un 63enne di Ardea, T.F., e un 43enne anch’esso di Ardea, M.D.F., in concorso con altre persone non identificate, sono stati accusati di aver “lanciato ordigni all’interno della vitta privata ed abitata da Fiorenzo D’Alessandri” il 13 gennaio 2014 danneggiando parte dell’immobile e tre auto, una Porsche Cayenne, una Smart e una Opel Corsa.
D’Alessandri è stato vittima di un altro grave fatto di cronaca accaduto il 13 gennaio e il 21 maggio 2014: sarebbe stato costretto a stipulare un contratto di vigilanza con la società 43enne e di un 50enne romano, C.I. Entrambi sono accusati di essere “ideatori e mandanti” dell’incendio della casa e delle auto dell’ex consigliere, e di una “rapina con sequestro di persona” del 15 febbraio 2014. In questa vicenda entra anche il 38enne di Roma M.C. quale addetto alla sicurezza “incaricato di far persistere uno stato di continuato allarme” a D’Alessandri. e A.V. 54enne di Pomezia che avrebbe, secondo l’accusa, fornito “una delle pistole” con la quale sarebbe stata compiuta la rapina, che fruttò 250 mila euro tra gioielli ed effetti personali. Ad essere tenute sotto scacco furono quattro familiari di D’Alessandri, tra cui due minorenni, minacciati di morte con la pistola puntata, approfittando dell’assenza dell’ex consigliere.
Appuntamento in Tribunale a Velletri il 30 marzo prossimo.