«QUANTITÀ ENORME DI PERCOLATO»
Stando alla citata determina comunale, sono stimabili 303mila litri di liquami, solo in queste settimane. Parliamo di «una quantità enorme di percolato, visto che questa discarica è chiusa dal 1999 e la sua attività dovrebbe essere del tutto esaurita e quindi non dovrebbe esserci più alcuna produzione di percolato». È quanto spiega a il Caffè un tecnico, esperto del settore ambientale. Ma altre carte portano a stimare quantità ben maggiori: alla stessa ditta, l’anno scorso, il Comune veliterno ha affidato analogo incarico per un costo di circa 6 volte quello dell’operazione attuale. Cioè, per oltre un milione e 850mila litri di percolati. Il sito è stato “chiuso e messo in sicurezza” nel 2012. Così sostiene il Comune di Velletri. A febbraio 2015, un blitz del locale comitato No Biogas-No Discarica insieme al giornale il Caffè ha mostrato ben altra situazione: assenza di recinzione, animali al pascolo sugli invasi, pozzi spia per il controllo stracolmi di percolato, fuori uso la rete di captazione del gas prodotto dai rifiuti, centralina meteo-climatica distrutta, etc. A giugno 2015, l’affaire della discarica di Lazzaria-Colle Rosso è finito sotto la lente della Commissione straordinaria dei rifiuti istituita dal Comune di Velletri. «Effettivamente, c’è ancora una piccola attività organica di fermentazione in discarica», affermò davanti ai Consiglieri comunali e ai tecnici del comitato l’ingegnera Carla Carnieri, incaricata da Regione e Comune di predisporre la chiusura del sito.
CLORO ALLE STELLE
Ad aprile 2016, con la deliberazione n. 70 la Giunta comunale di Velletri guidata dal Sindaco Fausto Servadio, ha stanziato 624mila euro “per la manutenzione straordinaria della discarica di Lazzaria-Colle Rosso” da ultimare entro 13 mesi, ovvero entro maggio 2017. L’11 aprile di quest’anno le analisi dei quattro pozzi spia della discarica, che servono a monitorare il funzionamento dell’impianto, presentavano ancora delle anomalie. In due di essi il cloro, elemento chimico che sopra certi limiti è nocivo per salute umana, ambiente e coltivazioni, era presente in concentrazioni che superano del 550% la soglia massima ammesso dalla legge. Per la precisione, 1.290 e 1.380 milligrammi per chilogrammo nei pozzi n. 1 e n. 3, contro un limite di legge pari a 250 milligrammi per chilogrammo.
IL COMITATO CHIAMA LA PROCURA
«Il 4 agosto scorso, la Volsca Ambiente e Servizi (municipalizzata dei rifiuti Comuni di Albano, Velletri e Lariano, ndr) ha presentato in Regione il progetto di un impianto da 30mila tonnellate all’anno di rifiuti, proprio accanto a questa discarica – dichiarano Gianluca De Felice, Antionio Beccia, Antonio Giangirolami e Eugenio Peretti, colonne portanti del comitato no biogas di Velletri e imprenditori agricoli della zona – sostenendo che la vecchia discarica è bonificata, sanata e messa in sicurezza. Ma forse non è così».
LA SIGILLATURA NON TIENE
Non a caso a febbraio scorso l’Assessore all’ambiente di Velletri, Luca Masi, disse al giornale il Caffè che «di sicuro il capping (il ‘tappo’ sigillato definitivo, ndr) presenta delle fratture che fanno penetrare l’acqua piovana. La soluzione migliore è di ricostruire per intero la copertura del sito, ma ci servono 300mila euro a che debbono arrivarci dalla Regione Lazio. Ci stiamo lavorando».
Chi vive nella zona non dispone di un acquedotto comunale, ma usa solo piccoli pozzi locali. Con quest’acqua vengono irrigati campi che danno prodotti anche d’eccellenza, come i kiwi.
«Su questa vicenda abbiamo presentato una querela alla Procura di Velletri nel luglio scorso: confidiamo che la Giustizia compia velocemente il proprio corso. Ma stiamo ancora aspettando – concludono i cittadini – che il Procuratore capo, dottor Francesco Prete, trovi qualche minuto per riceverci e ascoltarci, come da noi richiesto».
Il 7 dicembre Regione, Area Metropolitana (la ex Provincia di Roma), Asl, Arpa, Dipartimento Epidemiologico regionale e ben 9 Comuni – Velletri, Lariano, Artena, Genzano, Lanuvio, Nemi, Rocca di Papa, Aprilia e Cisterna di Latina – si incontrerano a Roma, presso l’Area rifiuti regionale per decidere il destino della fabbrica da 30mila tonnellate all’anno di rifiuti proposta il 4 agosto scorso dalla Volsca Ambiente e Servizi Spa, la municipalizzata dei rifiuti di Albano, Velletri e Lariano. Contro tale ipotesi ad ottobre scorso si sono schierate apertamente 200 aziende agricole di Velletri, Lanuvio, Aprilia e Cisterna e un centinaio cittadini. Andando in stampa prima della data dell’incontro, non possiamo riferirne l’esito. Finora abbiamo registrato solo silenzi dalle Amministrazioni coinvolte.