Si è parlato di industrie, impianti avveniristici, capannoni di logistica. La grande assente nel dibattito “Vincolo sì vincolo no” sulla campagna tra Santa Palomba e Ardeatina è stata fino ad oggi l’agricoltura. Eppure i coltivatori locali avrebbero molto da dire, proprio perché secondo il Mibact, che ha emanato la dichiarazione di notevole interesse storico e paesaggistico sull’area, dovrebbero essere loro i protagonisti dello sviluppo prossimo del territorio.
«È importante che l’inedificabilità non riguardi le costruzioni necessarie per l’agricoltura – sostiene Fabrizio Cremonini, presidente di Coldiretti Ardea – laboratori per i caseifici, cantine per le vigne, capannoni di stoccaggio per i prodotti e in generale tutto ciò che serve a una moderna azienda agricola. Se realizzare questo tipo di strutture fosse permesso, allora questo vincolo sarebbe un’ottima cosa per l’agricoltura della campagna romana». Il settore primario, spiega infatti Cremonini, si sta dirigendo sempre più nella direzione della vendita del prodotto finito da parte dell’azienda agricola. «Se ai coltivatori venisse lasciata questa possibilità, allora potremmo assistere a un’importante svolta per il territorio».
Attualmente, spiega il presidente locale della Coldiretti, proprio l’area tra Montagnano e Santa Palomba si sta caratterizzando per la produzione di kiwi (siamo infatti all’interno dei confini della zona Kiwi IGP Latina), uva e vino, ortofrutta e cereali, oltre alla storica vocazione all’allevamento di bestiame, soprattutto caprino. L’impossibilità di una trasformazione in senso industriale dell’area favorirebbe gli agricoltori anche da un punto di vista prettamente economico: «Oggi molti proprietari di terreni li lasciano incolti e non li vendono perché sperano di vederne raddoppiato il valore grazie a un cambio di destinazione urbanistica. Oppure pretendono prezzi altissimi. Con questo vincolo che impedisce i nuovi insediamenti industriali, per i produttori agricoli sarebbe finalmente possibile acquistare nuova terra a prezzi di mercato e creare la propria azienda. Una terra che è molto fertile, tra l’altro, tra le migliori della zona».