L’ordinanza antiprostituzione ad Aprilia è scaduta il 21 settembre e sembra che le ‘lucciole’ siano tornate in massa ad invadere le strade. Solo in via Pontina vecchia, tra via Apriliana e la ex Yale se ne trovano cinque in poche centinaia di metri, organizzatissime con le loro sedie bianche, tutte dello stesso modello, alla medesima distanza l’una dall’altra come fossero disposte in maniera preordinata da qualche “impresario”. Altrimenti non si spiegherebbe. Peraltro, da buone colleghe, spesso si riuniscono a parlare tra di loro raggiungendo ora la sedia di una, ora dell’altra. Quando arriva un cliente, l’auto viene lasciata in mezzo alla strada e i due vanno a consumare nella vegetazione.
Questo sistema lascia intuire che vi sia una struttura al vertice che gestisce il meretricio sulle strade apriliane. Una pratica che di certo non è nuova né all’amministrazione comunale, né alle Forze dell’ordine. Purtroppo i problemi di Aprilia sono tanti, il territorio è vasto e sempre troppo poco il personale chiamato a vigilare sulla sicurezza dei cittadini. L’ordinanza antiprostituzione, oltre a portare denaro sonante nelle casse del Comune (400 euro ad ogni multa, pagata nel giro di poche ore senza alcun ricorso per evitare che l’atto arrivi a casa e lo prenda la “persona” sbagliata, tipo una moglie), offrirebbe un deterrente e uno strumento per poter intervenire, anche a tutela delle stesse prostitute, quasi sempre sfruttate e mandate in strada contro la loro volontà.