Il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, ha firmato il decreto che trasforma 2mila ettari di agro romano situati a cavallo dell’area nord-est dei Comuni di Pomezia e Ardea in un’area di massimo interesse pubblico: addio così al tratto di TAV, la ferrovia ad alta velocità prevista a Pomezia, ma addio pure ai diversi impianti a rifiuti che volevano portare in zona 150mila tonnellate l’anno di umido e nulla da fare anche per l’ampliamento dello scalo merci “interporto”, a Santa Palomba, e per un certo progetto dell’Eni che pare volesse ampliare la propria attività nell’area, dove ha già un deposito di carburanti. Il provvedimento che stronca ogni attività edilizia e industriale in questo importante pezzo di Agro romano è stato firmato il 27 ottobre e poi, il 25 novembre, la versione integrale e definitiva del vincolo ministeriale è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 276. Questa decisione cambia il futuro del quadrante del litorale laziale di Roma-sud che è destinato ora a trasformarsi in un polo agricolo, turistico e paesaggistico. L’area interessata parte da Pomezia, in località Torre Maggiore, il magnifico pinnacolo medioevale alto 38 metri del XII secolo, e si estende fino a ricomprendere le località Solforatella, Cerqueto, Monachelle, Vittore, Valle Caia, Pescarella, Tor di Bruno e Muratella nel Comune di Ardea. In quell’area non potranno più essere avviate attività costruttive, né civili né industriali, con l’eccezione di quelle compatibili con il nuovo assetto territoriale.
SODDISFATTI CITTADINI E QUALCHE PD
La straordinaria notizia è stata comunicata a il Caffè da Giacomo Castro, presidente dell’associazione Latium Vetus promotrice del vincolo presso il Ministero, e da Diego Casubolo, presidente del comitato No biogas di Pomezia. I due giovani cittadini di Pomezia, visibilmente emozionati, esprimono all’unisono «gioia infinita per il vincolo Ministeriale e apprezzamento per la decisione del Ministro, Dario Franceschini». Pienamente soddisfatti Marco Miccoli, il deputato del Partito Democratico ed ex Commissario straordinario del Pd pometino, considerato il padre putativo dell’iniziativa ministeriale, e i suoi referenti locali, i consiglieri comunali di Pomezia Imperia Zottola e Maurizio Battistelli.
SALTANO 3 ‘BIO’GAS
Il vincolo ministeriale scongiura definitivamente diverse iniziative sulla zona. Prima di tutto l’ampliamento dell’interporto pometino per lo scambio di merci. Poi tre impianti ‘bio’gas a rifiuti: quello della società Cogea di Pomezia da 60mila tonnellate all’anno di organico, ovvero avanzi alimentari e sfalci erbacei, ma anche fanghi di fogna e scorie e ceneri industriali, autorizzato dalla Regione a luglio scorso; e due ad Ardea: quello della società Suvenergy da 60mila tonnellate di rifiuti all’anno e un altro della società Biovis da 30mila. Tutti impianti vicini anche ai territori di Aprilia, Ariccia, Albano, Castel Gandolfo e Marino. Sull’area ora vincolata aveva messo gli occhi anche l’Eni, il potente Ente Nazionale Idrocarburi controllato dal Ministero dell’economia, fortemente intenzionato ad espandere i suoi interessi industriali nella zona, che rappresenta un nodo strategico anche a livello energetico.
LA STORIA DEL VINCOLO
La proposta di vincolo ministeriale è stata affissa sull’albo pretorio del Comune di Ardea lo scorso 19 maggio e su quello di Pomezia il 22 maggio. Nelle settimane e mesi successivi, a favore del vincolo si sono schierati l’associazione Latium Vetus, che ha predisposto una apposita relazione tecnica sostenuta dalle firme di 2500 cittadini e il Comune di Ardea: sindaco, Mario Savarese, assessora all’Ambiente, Sonia Modica e Presidente della Commissione Ambiente, Fabio Nobili. Contro il vincolo il sindaco a 5Stelle di Pomezia, Fabio Fucci – che è anche il reggente dell’Area Metropolitana di Roma e braccio destro della sindaca di Roma, Virginia Raggi – che ha chiesto di “non bloccare lo sviluppo produttivo della città” e di ridurre considerevolmente l’area sottoposta a vincolo. E Unindustria Aprilia, l’Unione degli Industriali e delle imprese territoriali, secondo cui “il vincolo preclude investimenti funzionali allo sviluppo industriale del territorio”. L’inchiesta completa sul Caffè di Ardea e Pomezia in distribuzione da giovedì 7 dicembre.
Daniele Castri e Francesco Buda