“Niente strumenti di pianificazione che possano consentire un ordinato sviluppo del territorio”, “assoluta inerzia da parte dell’amministrazione comunale che non assume nessuna iniziativa volta alla necessaria formazione degli stessi”, “disparità di trattamento nei confronti dei cittadini in relazione ai due piani non annullati (su otto, ndr) che sono stati redatti con gli stessi criteri ed approvati con le stesse forme”. Sono alcune contestazioni mosse dal senatore Maurizio Gasparri, vice Presidente del Senato, nei confronti del Sindaco di Latina Damiano Coletta. Con una interrogazione parlamentare, l’ex ministro tuona contro l’amministrazione civica che, “a diciotto mesi dall’insediamento del suo governo non è stata in grado di assumere alcuna sostanziale iniziativa per ripristinare le condizioni di pianificazione venute meno a causa dell’annullamento dei Piani”.
Nel calderone c’è finito di tutto: dall’affidamento “illegittimo” di due incarichi all’Università La Sapienza “mortificando il lavoro di tanti professionisti della città precedentemente incaricati”, l’annullamento “in autotutela gli atti precedentemente assunti”, un “iniquo comportamento nei confronti dei cittadini che avevano ottenuto il permesso a costruire, in quanto solo per alcuni edifici è stata emessa un’ordinanza di demolizione delle opere realizzate mentre per altri edifici in situazioni analoghe questo non è avvenuto”, che “tale inerzia sta determinando l’apertura di una serie di contenziosi per danni da ritardo o per richieste di indennità risarcitorie e la mancata acquisizione da parte dell’amministrazione di aree d’interesse pubblico”; che “il comune di Latina continua a richiedere il pagamento dell’Imu sulla base di destinazioni d’uso che attestano una edificabilità non più esistente, falsando così di fatto il suo bilancio di previsione”.
Gasparri riporta che “i danni conseguenti alla mancata adozione di atti di pianificazione ammonterebbero, allo stato attuale, a circa 80milioni di euro”.
L’ex ministro chiede “se l’inerzia dell’amministrazione, rispetto alla mancata ripianificazione delle aree dei piani decaduti, stia causando un danno erariale per il comune” e “se questo palese immobilismo non porti le autorità competenti a ravvisare un’evidente omissione di atti d’ufficio da parte del sindaco e della sua giunta”.