L’ANNUNCIO DI FORTE E ZINGARETTI
“Il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua in provincia di Latina – afferma l’on. Forte in una nota – è un impegno assunto da tempo nei confronti dei cittadini di questo territorio e la vicinanza della Regione ai comuni della Provincia per iniziare il processo di ripubblicizzazione dell’acqua, dichiarata oggi (17 novembre, ndr) dal Presidente Nicola Zingaretti durante la sua visita a Latina, non può che motivare e accelerare l’iter. Nel pieno rispetto della volontà dei cittadini che si sono pronunciati in tal senso con il referendum del 2011 e, alla luce dei gravissimi disagi subìti nel territorio dell’ATO 4 la scorsa estate e ancora oggi esistenti, ribadisco il mio impegno affinché la gestione dell’acqua nella provincia torni completamente pubblica”.
COMMISSIONE D’INDAGINE
Enrico Forte, manifestando una grossa virata rispetto ad altre posizioni del PD, che addirittura chiese e votò il blocco degli investimenti ad Aprilia, Comune “reo” di non aver mai ratificato il contratto con Acqualatina e di non aver mollato nel percorso per la gestione pubblica, annuncia così una sorta di indagine sul gestore pontino, controllato dai francesi della Veolia: “Proprio su tale argomento ho presentato un’interrogazione in Regione, per l’istituzione di una commissione di verifica dell’intera gestione del bene pubblico da parte di Acqualatina a partire dal 2003 e sui fatti che hanno determinato l’interruzione di pubblico servizio e sulle modalità indiscriminate di tale interruzione. Da questa interrogazione – agiunge Forte -, che dovrebbe essere discussa in una delle prossime sedute del Consiglio, potrebbero emerge elementi importanti per avviare il percorso verso la totale ripubblicizzazione. I comuni, che da tempo denunciano il servizio e che hanno fatto la scelta di campo di rendere pubblica l’acqua, con la vicinanza della Regione e grazie alla legge approvata che fa sì che l’istituzione superiore faccia da garante in termini economici nel sistema di credito, hanno tutti gli strumenti per avviare l’iter e ridare dignità ad un servizio essenziale”.
L’ALTRA INDAGINE DIMENTICATA
Prima della legge regionale n. 5 del 2014, approvata non per volontà dei partiti, ma su iniziativa dei Comitati locali per l’acqua pubblica appoggiati da 54 Consigli comunali, la Regione Lazio cercò di fare luce: nel 2008 l’allora Assessore all’Ambiente Filiberto Zaratti (ex Verde, allora SEL, poi PD, ultimamente MDP – Art.1) fece realizzare un’indagine amministrativa sulla gestione idrica (proprio su Acqualatina, ma non su Acea). L’indagine, in 300 pagine, rilevò ben 27 punti di illegittimità, anche gravi: mancati investimenti, enormi dispersioni, regole diverse da quelle stabilite dalla Regione, rischi e oneri scaricati sul socio pubblico, continui aumenti delle tariffe a fronte di emergenze idriche e sanitarie come quelle dell’inquinamento da arsenico… Una cosa molto grave, tanto che Zaratti chiese di intervenire all’allora Ministro dell’Ambiente, il latinense Corrado Clini: “Egregio Ministro – scrisse Zaratti -, secondo i poteri di vigilanza sull’uso delle risorse idriche di competenza del ministero dell’ambiente, le chiedo di disporre una verifica sulla gestione del servizio idrico nell’Ato 4 Lazio meridionale e sull’operato dell’autorità d’ambito”. E ancora: “La società si trova nelle condizioni di non essere tenuta ad assicurare i livelli di sicurezza previsti dal piano d’àmbito”.
LA LEGGE REGIONALE AFFOSSATA
La possibile svolta arrivata con la legge 5 del 2014 che fine ha fatto? Sepolta, almeno finora, pochi mesi dopo la sua approvazione. Come? Affossando quella norma con cui prevedeva che in presenza di gravi inquinamenti della risorsa idrica, la nuova legge regionale dava alla Regione il potere di revocare le concessioni a chi inquinava prima della scadenza, mentre il ricorso in sede costituzionale del governo Renzi diceva che tale revoca compete allo Stato. L’8 agosto 2014 (come sempre certi atti li fanno in piena estate), è stato scippato alle Regioni tale diritto-dovere di cacciare chi inquina precisando che non vale rispetto alle concessioni idriche già autorizzate. Il cambiamento di rotta di Zingaretti & Co. è stato poi confermato da una lettera dell’Assessore regionale all’Ambiente Fabio Refrigeri ai Comuni interessati: anche se la legge voluta dai Comitati diceva che si dovevano ridefinire gli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) entro sei mesi, sono state “minacciate” tutte quelle Amministrazioni comunali che, guarda caso, non avevano ancora dato in concessione gli impianti e le reti idriche agli attuali gestori.
NUOVI AUSPICI… E ACEA?
Infine, prima con una delibera di Giunta regionale e poi con il voto del Consiglio, la ‘rivoluzione’ è stata castrata definitivamente con la scusa di evitare il contenzioso davanti alla Corte Costituzionale: la Regione ha cambiato la propria legge per l’acqua pubblica, recependo le contestazioni e le ansie da libero mercato del governo renziota. Hanno così confermato l’impostazione governativa dell’acqua come merce su cui lucrare, in mano ai privati, che tale è rimasta con la reintroduzione del guadgano automatico e garantito dallo Stato. Una sorta di cresta – a prescindere dai reali risultati di gestione – che i cittadini avevano abrogato con il referendum del giugno 2011, ma che il governo Renzi ha riesumato con il nome di “full cost recovery”. L’auspicio, con il nuovo annuncio del Presidente Zingaretti e di Enrico Forte, è che nell’ultimo scampolo di legislatura si possa dare seguito allo spirito della legge regionale n. 5: passare dalle parole ai fatti per l’acqua pubblica. Non si registrano iniziative su Acea.
Acqualatina dev’essere smantellata. È il succo della replica con cui il Comitato cittadino Acqua Pubblica Aprilia risponde all’annuncio con cui il Consigliere regionale Enrico Forte promette battaglia per riportare i servizi idrici pontini in mani totalmente pubbliche. “Ormai siamo in piena e disperata campagna elettorale – tuona il Comitato – e certe prese di posizioni oltre che patetiche sono veramente un’offesa intelligenza dei cittadini. Questa volta non ci prendono come sciocchi con l’anello al naso. La fine della gestione politico-affaristica di Acqualatina & co. la decreteranno i cittadini, se ne sono capaci, non certo le cicliche promesse elettorali mai mantenute dal PD, dal centro sinistra e dal centro destra. Troppo comodo rincorrere una falsa ripubblicizzazione ad ogni tornata elettorale. E poi noi non siamo affatto d’accordo a comprare le quote private di Veolia per 20 milioni di euro e meno che mai con soldi pubblici della Regione… ossia dei cittadini del Lazio! Acqualatina va smontata e basta… ed il privato se ne vada senza pagare penali …tutt’alpiù’… è inutile una finta ripubblicizzazione con altri soldi da cacciare affinché cambi tutto perché non cambi niente!!! e non permetteremo ai Sindaci quest’ulteriore fregatura – avverta il Comitato Acqua Pubblica di Aprilia – solo per una loro rivendicazione elettorale che non è stata mai perseguita con atti amministrativi coerenti”.