FANGHI DI FOGNA E SCARTI INDUSTRIALI
Come funzionerà il ‘bio’gas della Asja Ambiente Italia? Il Caffè ha cercato di capirlo con l’aiuto di un ingegnere ambientale. Un grosso poltiglione di rifiuti, pari a 140 tonnellate al giorno, verrà trattenuto per tre settimane in assenza di aria ed a 70 gradi di temperatura all’interno dei ‘bio’digestori, che sono grosse camere in cemento armato. Il gas che sprigiona dai rifiuti sottoposti a quelle condizioni verrà raffinato due volte per ottenere gas metano. Non è stato annunciato alla stampa che l’impianto riceverà anche fanghi di fogna che contengono metalli pesanti ed idrocarburi, sostanze chimiche pericolose per salute e ambiente, oltre a scarti industriali di vario tipo. È scritto nella determinazione della Regione Lazio n. G-16091 del 31 novembre 2015 rilasciata alla Anziobiowaste, la società da agosto scorso passata nelle mani dell’Asja Ambiente Italia. «L’impianto Anziobiowaste favorirà una gestione più efficiente dei rifiuti nella zona di Anzio. E di questo ne siamo certi», afferma Alessandro Casale, amministratore delegato di Asja Ambiente Italia.
‘BIO’FILTRI, COMPOST ED EMISSIONI
«Un processo industriale che non può essere definito ad impatto zero» afferma l’esperto consultato dal giornale il Caffè, che spiega altri aspetti: «Circa la metà del gas prodotto nei ‘bio’digestori costituisce un gas sporco nel quale finisce parte degli inquinanti contenuti nei rifiuti di partenza. E poi, il Piano di monitoraggio e controllo dell’impianto allegato all’autorizzazione del 31 novembre 2015, indica diverse emissioni in aria: NH3, cioè ammoniaca, acido solfidrico (H2S) Carbonio Organico Totale più odori fino a 300 U.O., unità odorigene, come in gergo tecnico si chiamano le puzze. Prima di essere liberato nell’aria, questo gas sporco – 143mila metri cubi l’ora, il volume di 680 appartamenti da 70 metri quadri – verrà passato per i bio-filtri, che hanno lo scopo di trattenerne le impurità, costituiscono alla fine del loro breve ciclo di vita rifiuti speciali da smaltire in apposite discariche». Le emissioni in atmosfera indicate nel progetto rientrano nei limiti di legge, lo impongono le autorizzazioni regionali e lo promette l’azienda.
E I PERCOLATI?
Lo scolo generato da 140 tonnellate al giorno di rifiuti umidi produrrà quotidianamente 9mila e 500 litri di “acque di processo”, cioè percolati inquinanti: lo stimano gli stessi tecnici Anziobiowaste. Liquami che l’azienda potrà “riutilizzare nel processo, a seconda della necessità, o – si legge nelle carte regionali – smaltire in impianto esterno”, ossia inviarli ad aziende che depurano rifiuti speciali liquidi. Alla fine delle tre settimane di lavorazione, dai ‘bio’digestori verrà estratto il cosiddetto compost: terriccio che contiene buona parte dei residui industriali presenti nei rifiuti. In alcuni casi, la legge permette di spargerlo sui campi a scopo agricolo, con il rischio che idrocarburi, metalli pesanti e altre schifezze finiscano nei nostri piatti. Ma questo non dipende dai gestori dei ‘bio’gas. Come del resto non dipende da loro il fatto che un progetto abbondamentemente modificato in variante rispetto a quello originario – qual è l’impianto Anziobiowaste – non è stato sottoposto alla valutazione d’impatto ambientale in Regione.
Assemblea dei cittadini e azioni legali in corso
«Per il 29 novembre – racconta a il Caffè Sergio Franchi, di Uniti per l’Ambiente – siamo stati invitati dalla Asja Ambiente presso un hotel di Nettuno per un confronto. Ma animi da ammorbidire non ce ne sono tra di noi: lo dico chiaramente. Non vogliamo ulteriori incontri. Ci sono in atto azioni legali e tecniche fortissime da parte nostra: crediamo ancora – sbotta l’ex generale dell’Aeronautica – di poter fermare il cantiere». «Questo impianto – rincara la dose Marco Mandelli, attivista di Uniti per l’Ambiente – tratterà fanghi di fogna e scarti industriali a poche centinaia di metri da due scuole e dalle case del quartiere Sacida. Voglio ricordare che tutto l’umido prodotto dal porta a porta di Anzio, non più di 4mila tonnellate all’anno, potrebbe e dovrebbe essere trattato dentro le compostiere domestiche, condominiali e di comunità. Cioè nei contenitori dentro cui in soli tre mesi l’organico si trasforma in vero fertilizzante di qualità. Questa è l’unica opzione zero che siamo disposti ad accettare e condividere. Il resto sono semplici interessi industriali e politici, per questo ci teniamo ben lontani dai partiti. Anzio – conclude – non deve trasformarsi nella discarica di Roma». «La mattina del 1° dicembre – aggiunge Costanza Fabiano, di Uniti per l’Ambiente, maestra in una scuola della zona – si terrà presso l’Area Metropolitana di Roma una Conferenza dei Servizi, il tavolo istituzionale che sarà chiamato a promuovere o bocciare il sito di stoccaggio dei rifiuti, tipo Eco X, proposto dalla società Eco Transport, sempre nel quartiere Sacida. La Regione Lazio ha annunciato parere negativo a questo progetto. Uniti per l’Ambiente sarà presente con una folta delegazione di cittadini e con uno staff tecnico di tutto riguardo. Il pomeriggio dello stesso giorno, alle 18 presso il locale AQ Antium, in via dello Stradone del Sandalo, terremo un’assemblea pubblica. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare. Tutti insieme – conclude – decideremo il da farsi: avanti tutta».