«Il progetto esecutivo per i lavori sul ponte di Ariccia è stato ultimato ed è in fase finale anche l’istruttoria di verifica e approvazione». È quanto ci ha risposto nei giorni scorsi l’Ufficio Stampa di Anas, specificando che tale «nota può essere attribuita ad Anas o all’Ufficio Stampa di Anas e non al Presidente», Gianni Vittorio Armani, al quale avevamo rivolto domande tanto semplici quanto puntuali sui lavori ritenuti urgenti, prima sollecitati da Anas e poi congelati. «Una volta approvato (il progetto, ndr) – prosegue la risposta – potrà essere pubblicato il bando di gara per l’affidamento dei lavori e, concluse le procedure di gara, sarà avviato il cantiere.
L’iter è pertanto regolarmente in corso e non risulta alcuna “pressione” per ritardare l’avvio dei lavori. Allo stato attuale, il progetto esecutivo prevede che il ponte resterà chiuso per dodici mesi, nell’ambito dei diciotto mesi previsti per i lavori. Tale tempo potrà essere ridotto in funzione della migliore offerta sulla riduzione dei tempi formulata dall’impresa che si sarà aggiudicata l’appalto. L’importo dei lavori previsto dal progetto è di 5 milioni di euro».
DOMANDE SENZA RISPOSTE
Il Ponte di Ariccia è sicuro? Ha ricevuto pressioni da parte di un parlamentare per rallentare l’avvio del cantiere? La Direzione Generale di Anas ha approvato il progetto esecutivo? Perché 4 mesi di ritardo? Quando verrà pubblicato il bando europeo? Sono le domande de il Caffè al Presidente di Anas, Gianni Vittorio Armani, e che lo hanno “indispettito”, come riferito al telefono l’Ufficio Stampa, specificando che la vicenda ora l’avrebbe curata Armani stesso in prima persona. La nota stampa di Anas riporta tra l’altro due notizie non corrispondenti a quanto scritto nel progetto esecutivo di Anas approvato dal Comune di Ariccia a dicembre 2016: il costo dei lavori ammonta a 7 milioni di euro. A tale cifra dovrà essere aggiunto l’adeguamento al prezzario 2017, con lieve aumento della spesa totale. Il ponte inoltre resterà chiuso “non meno di 18 mesi”, come ampiamente chiarito a novembre 2016 dall’ingegner Domenico Liporace, capo dell’équipe tecnica di progettazione Anas, in una lettera inviata al primo cittadino ariccino. Da quanto risulta al Caffè, entro dicembre l’Anas pubblicherà il bando europeo di 60 giorni per appaltare la ristrutturazione e il consolidamento del ponte di Ariccia. L’avvio del cantiere è atteso per l’inizio della primavera 2018.
I SILENZI DEL COMUNE
Subito dopo la chiusura del ponte, il traffico di Ariccia e dei Castelli Romani rischia di andare in tilt. Sullo storico viadotto scorre difatti la via Appia nuova ed è attraversato ogni giorno almeno 30mila veicoli. La Conferenza dei Servizi, il tavolo istituzionale convocato a dicembre 2016 dal Comune di Ariccia, ha bocciato l’ipotesi della strada nel parco, proposta dalla precedente Giunta Cianfanelli per aggirare la strozzatura viaria. All’incontro c’erano anche i Comuni di Albano, Genzano e Lanuvio. La strada nel parco avrebbe collegato l’Appia nuova con via Selvotta e bypassato il ponte, rosicchiando circa 2mila metri quadrati a Parco Chigi e comportando l’abbattimento di vari alberi. Ma avrebbe mantenuto tutto il traffico della regina viarum vicino al borgo e soprattutto alle attività commerciali ariccine. È sfumata anche l’ipotesi di una strada a senso unico da costruire sopra la storica scalinata D’Annunzio, andando da Albano verso Ariccia prima del ponte sulla sinistra, proposta l’estate scorsa da Anas: è troppo stretta e in pendenza per sostituire il ponte. Per evitare, dopo la chiusura del ponte, l’isolamento del borgo e delle attività commerciali il Sindaco Roberto Di Felice, titolare anche dei lavori pubblici, ha chiesto ad Anas di asfaltare diverse strade per una spesa di circa 2 milioni di euro. Peccato che l’accordo Anas – Comune sui lavori al ponte preveda solo mezzo milione per la viabilità alternativa. Il traffico potrebbe travolgere i vicini quartieri di Albano di Villa Ferrajoli e Musicisti-Miramare.
I due interventi, ristrutturazione del ponte e viabilità alternativa, sono legati a doppio filo: l’accordo Anas – Comune impone che l’appalto sia unico. Se non si progetta l’uno, non si può realizzare nemmeno l’altro.