A differenza di quanto annunciato, la gestione privata del teatro D’Annunzio è rimandata al prossimo anno. Perché?
«L’affidamento in concessione del teatro Gabriele D’Annunzio ed il conseguente bando è slittato per ragioni tecniche relative alle utenze complessive del Palazzo della Cultura e per l’attesa dell’agibilità».
Per quale ragione non è stato possibile predisporre prima un bando di gara per affidare la gestione e non trovarsi adesso in questa situazione?
«Senza parere positivo della Commissione di Vigilanza – per legge – non si poteva effettuare un bando».
I lavori sarebbero dovuti iniziare il 15 luglio. Sono davvero iniziati in quella data? Cosa è stato fatto finora, cosa manca da fare e quando si prevede che finiscano?
«Sì, i lavori hanno riguardato la perimetrazione con porte XRay del palcoscenico e le altre lievi prescrizioni dei vigili del fuoco. Sono in fase di conclusione».
L’assessore alla Cultura Antonella Di Muro aveva spiegato la scelta di non procedere più con il sistema sprinkler dicendo che, oltre al risparmio di soldi da dirottare sul Cafaro, «grazie alla soluzione adottata, i lavori potranno essere realizzati in tempi utili per l’avvio della nuova stagione teatrale». Così decade la motivazione della scelta.
«Il teatro riaprirà a breve in quanto i lavori sono – come già detto – quasi compiuti».
L’amministrazione appare un po’ “schizofrenica” sull’argomento. Lo scorso anno ha approvato in Consiglio comunale un ulteriore impegno di spesa definendo lo sprinkler la giusta scelta per evitare la riduzione del palco, poi non ha ritenuto più la decisione fondamentale. Prima ha definito la scelta giusta la gestione privata, ora non è un problema rimandarla al prossimo anno. Insomma, c’è davvero una linea programmatica sul teatro?
«Dopo un’attenta e ulteriore valutazione, l’Amministrazione ha ritenuto che il progetto della perimetrazione non avrebbe in realtà comportato alcuna riduzione del palco, inoltre avrebbe fatto risparmiare economie che si sarebbero potute così indirizzare al teatro Cafaro e ridotti i tempi nell’intervento così come infatti sta accadendo».
Quest’anno non ci sarà una stagione teatrale?
«Tutt’altro, faremo il possibile affinché ci sia».
Il ritardo ha fatto sì che, anche se si dovesse ricorrere ad una mini- stagione teatrale come quella dello scorso anno, chi è solito acquistare un abbonamento ha già scelto un altro teatro visto che a Latina non c’è ancora un programma. Avete considerato questo problema?
«Quello di una mini stagione sarà sicuramente un abbonamento più abbordabile».
Quanto ci vorrà ancora perché Latina torni ad essere una città di cultura, partendo proprio dal teatro comunale?
«Latina è già una città piena di fermento culturale: le aperture dei musei e degli spazi comunali insieme al recente protocollo d’intesa con il MAXXI dimostrano appieno questa realtà».
Bianca Francavilla