Sconto in appello a un dipendente delle Poste di Grottaferrata accusato di essersi appropriato illecitamente di quasi 400mila euro. Grazie a un cavillo, i giudici della II sezione della Corte dei Conti hanno ridotto la condanna a Francesco Carloni, che dovrà così restituire alla spa 251.829 euro anziché 398.779, quasi 150mila euro in meno.
Dalle indagini svolte, Carloni si sarebbe appropriato di 146.950 euro depositati nell’ufficio di Grottaferrata, facendo apparire falsamente di aver impiegato quel denaro per ricaricare lo sportello Atm. Lo stesso, inoltre, avrebbe messo le mani su 136.549 euro, valore di 29 buoni fruttiferi postali appartenenti a due risparmiatori defunti, e di 259.929 euro giacenti su libretti di risparmio postale appartenenti a diversi cittadini. Condotte che hanno obbligato Poste Italiane a restituire il denaro alle vittime della truffa.
Per tali vicende, sul fronte penale la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio di Carloni e quest’ultimo è stato licenziato da Poste Italiane, oltre a subire un sequestro conservativo di beni mobili e immobili. La spa ha inoltre avviato una causa nei confronti dell’ex dipendente, davanti al Tribunale di Velletri, chiedendo che venga condannato a risarcire i quasi 400mila euro. Proprio la somma che, in primo grado, la Corte dei Conti del Lazio aveva imposto a Carloni di pagare a Poste Italiane. In appello, però, i giudici hanno ritenuto che il denaro prelevato dall’ufficio, sostenendo di averlo impiegato per ricaricare il distributore automatico di banconote, non poteva essere ricompreso nella raccolta di risparmio postale e dunque non poteva essere assoggettato a disciplina pubblicistica. E per tale motivo su tale somma la Corte dei Conti ha dichiarato il proprio difetto di giurisdizione, condannando l’ex dipendente delle Poste a risarcire soltanto 251.829 euro.
Clemente Pistilli