Nel suo caso, la critica distruttiva è partita da una parentela scomoda: un cugino accusato di omicidio e arrestato nel 2015. È lei stessa a raccontarlo in un lungo post-sfogo sulla propria pagina Facebook.
Originaria di Papanice, un paese in provincia di Crotone, la famiglia Corrado è riuscita con sacrifici a mandare Valentina a studiare a Roma. Qui anche lei si è data da fare, con lavori saltuari e risparmiando, fino all’elezione in Consiglio regionale.
“Ad esclusione di mio padre, mia madre e le mie sorelle, da decenni non ho contatti con gli altri membri della famiglia. Del resto, non abbiamo mai avuto rapporti. Ora, ormai da molti giorni, ricevo numerose telefonate anche da chi non mi sarei mai aspettata. Mi raccontano di persone impegnate a diffamarmi per via di quanto accaduto a un mio cugino, arrestato nel 2015 in Calabria con l’accusa di omicidio. Una storia che ho appreso dai giornali, a cui non pensavo più, ma che mi ha fatto riflettere sul fatto che tutto il mio impegno e i sacrifici che hanno fatto i miei genitori, sono valsi a qualcosa”, scrive.
“Non mi sento di dover prendere le distanze da alcuno, perché ci sono decenni di distanza e legami recisi sin dai primi anni di vita. Sono orgogliosa dei miei genitori, sono persone meravigliose e sono felice che abbiano sempre fatto le scelte più giuste per le loro figlie. Mi vergogno invece io per quelle persone che, con il palese intento di diffamarmi, non capisco nemmeno cosa vorrebbero supporre: che le colpe di nipoti, praticamente sconosciuti, ricadono sui cugini?”.
Nell’annunciare querele contro chi continuerà a diffamarla, Corrado conclude: “Voglio essere giudicata per quanto ho fatto in questi cinque anni al Consiglio regionale, non per le azioni di uno sconosciuto di cui ho la sfortuna di avere un collegamento parentale”. Solidarietà è stata espressa pubblicamente dal Presidente della Regione Nicola Zingaretti.