Si aspettava, ad un anno dalle elezioni, di essere richiamato per entrare in Consiglio?
«No. Sinceramente non pensavo di essere eletto neanche quando mi sono presentato in lista. Sono dispiaciuto che De Falco non abbia accettato, avrebbe portato in Consiglio la sua esperienza. LBC era una scommessa e lo era anche il Sindaco che si è candidato. Pensavo ci volessero più voti per entrare. Poi, il secondo turno che ha decretato il successo di Coletta ha portato un seggio in più. E pare che quel consigliere in più per Latina Bene Comune sia proprio io. Sono sicuro che i colleghi mi aiuteranno nella prima fase di inserimento».
Cosa l’aveva spinta a candidarsi lo scorso anno?
«Non c’era stata una precisa motivazione, se non aiutare il movimento che voleva in quel momento voleva scardinare la vecchia politica. Non c’erano abbastanza candidati e, per questo, mi ero fatto avanti. Sono 40 anni che faccio il mestiere di assicuratore, qualcuno che mi conosce per la mia moralità e correttezza c’è. Qualche voto, insomma, l’ho portato anche io».
Che idea si è fatto di come hanno lavorato i suoi colleghi consiglieri in questo primo anno di governo?
«Credo che abbiano lavorato su un campo minato. La politica precedente, gli uffici paralizzati e sotto personale, le operazioni che hanno coinvolto il Comune come Olimpia… Spero che parecchie mine le abbiano tolte ed adesso si possa camminare e lavorare per ciò di cui la città ha bisogno. È chiaro che quando si entra in una casa nuova bisogna ambientarsi, ma come ha detto il Sindaco nel secondo anno di governo si inizieranno a vedere i risultati. Contiamo molto sui nuovi dirigenti, specialmente quello all’ambiente, per risolvere le maggiori criticità».
Quali sono, a suo avviso, le priorità per Latina?
«Per me le priorità sono tre: che l’azienda di igiene urbana ABC funzioni bene, che non si ripeta più il problema sul verde pubblico e che la marina sia efficiente come lo è stata solo nei primi anni ’90. Io sono sempre stato un ambientalista, mi dedico soprattutto alla pulizia delle aree e faccio anche parte del comitato spontaneo per i quartieri Q4 e Q5 Latina che mi auguro possa dialogare con l’amministrazione».
Ad oggi i consiglieri che si sono fatti indietro sono numerosi. Olivier Tassi da presidente del Consiglio, la Perazzotti dalla commissione Welfare, Francesco Giri dalla commissione trasporti ed Eugenio Lendaro che si è ritirato. Tutti adducendo problemi lavorativi. Non “nascondono” spaccature interne?
«Questa spaccatura non l’ho notata, anche se non ero presente in consiglio. So che la rinuncia di Giri alla presidenza della commissione era annunciata e si sapeva da tempo. Poi, tra i consiglieri c’è una dialettica interna, che è normale. Anzi, le dirò di più, quando la maggioranza veniva accusata di essere lì solo per alzare la mano era quasi offensivo. Le cose vengono discusse e decise ed è un bene che sia così».
C’è però chi dice: quando si sono candidati non sapevano la mole di lavoro che avrebbero avuto?
«Probabilmente credevano che l’impegno sarebbe stato minore. Ma tutti sapevamo che c’era da rimettere in piedi un’amministrazione comunale ridotta in condizioni critiche. Venivamo da due commissari prefettizi. L’ultimo ad esempio, per quanto abbia operato bene, ci ha lasciato la scomoda eredità del bando dei chioschi che è stato nefasto. Sono due anni che, per colpa di quel bando, non abbiamo chioschi sul lungomare».
E lei, pensa di riuscire a districarsi tra lavoro, impegni personali e ruolo di consigliere?
«Quando si prende un incarico, bisogna fare di tutto per portarlo a termine nel migliore dei modi. Ormai ho 60 anni e l’ufficio dove lavoro va avanti da solo. Sono cosciente che con il lavoro si mangia, ma con questo nuovo incarico spero di poter amministrare bene e lasciare qualcosa. Sarò presente a consigli e commissioni e mi batterò per alcune mie idee».
Quali sono le battaglie che poterà avanti?
«Per i chioschi, ad esempio, sono convinto che occorra fare un nuovo bando di gara diviso in postazioni. Gli interessati a più postazioni potranno partecipare a tutti. Stessa cosa per il verde pubblico. La mia idea è di dividere in più lotti il bando di gara e renderlo quinquennale, in modo da non avere ogni tre mesi lo stesso problema e dover rifare tutto da capo. Presenterò queste richieste all’assessore di riferimento».
Bianca Francavilla