I Comuni laziali hanno tempo fino al 26 settembre per partecipare ai due bandi regionali che stanziano 57,6 milioni di euro per una sana gestione dei rifiuti: 35,9 per il compostaggio di comunità e domestico e altri 21,7 per progettare, realizzare o ristrutturare isole ecologiche e centri di raccolta, esistenti o in fase di programmazione. È il tesoretto che attraverso due bandi la Regione Lazio vuole dare ai Comuni per fare quello che diversi cittadini ma pure imprenditori agricoli e alcuni portatori sani di attività nel settore rifiuti propongono da tempo: compostiere di comunità e domestiche per l’umido, uno dei più rognosi e costosi tipi di scarti da trattare, visto che i rifiuti organici marciscono presto e non esiste un consorzio obbligatorio per il loro ritiro, come per le plastiche, il vetro, la carta ed altri materiali. E poi isole ecologiche efficienti e raccolta differenziata ‘porta a porta’ come si deve, «con risparmio di costi e una riduzione possibile della Tari fino al 15%», ha detto il governatore Zingaretti. Ma una curiosa e intricata impostazione dei bandi e dei criteri per l’assegnazione dei fondi ai Comuni, ha reso l’operazione simile ad un vestito disegnato su misura per qualcuno, sebbene formalmente rivolta a tutti i 358 Municipi laziali. Almeno inizialmente, i soldi rischiavano di finre solo a Roma Capitale (sicuri 1,6 milioni con un finanziamento a parte( e a certi Comuni. Penalizzati soprattutto i Comuni delle province di Latina e Roma.
BANDI FATTI SU MISURA?
Ottime le premesse, anche stando agli annunci e alla presentazione dei due bandi, lo scorso 27 luglio davanti alla folla delle grandi occasioni e al presidente Nicola Zingaretti e all’assessore regionale all’ambiente Mauro Buschini da Alatri, noto Comune montano della Ciociaria. Dunque, si punta finalmente sull’economia circolare, in base alla quale tutto va reimmesso in circolo a vantaggio dell’ambiente e delle nostre tasche? Finalmente il Lazio vuole far decollare davvero il ‘porta a porta’, l’unica via capace di farci risparmiare in termini di costi economici ed ecologici? Non proprio. Entrambi i bandi appaiono “congegnati” per favorire i Comuni montani, con poca popolazione, che sostanzialmente sono già in grado di effettuare una raccolta differenziata al 65% – obiettivo minimo che per legge andava raggiunto da tutti entro il 31/12/2012 – e che hanno già dei progetti in corso di realizzazione nel settore rifiuti: hanno hanno la sfera di cristallo tali Municipi? Qualcuno gli ha sussurrato all’orecchio l’imminente arrivo dei ghiotti bandi regionali, o trattasi di fortunata coincidenza politico-amministrativa?
IL GIOCO DEI PUNTEGGI
A causa dei criteri scelti per l’attribuzione dei punteggi, tranne Roma, tutti i Comuni della Regione che hanno più di 25mila abitanti rischiano di piazzarsi in fondo alla classifica (se va bene) oppure di restare del tutto fuori. Su un punteggio massimo di 100, inizialmente era stata prevista l’automatica esclusione di tutti i progetti che non raggiungono 80 punti. Accortisi che così davvero quasi nessuno avrebbe potuto chiedere i fondi, questa soglia è stata abbassata a 60 punti con due apposite determinazioni dirigenziali pubblicate il 9 agosto. Ma la sostanza non è poi cambiata di molto. Ad esempio, i Comuni che hanno già la raccolta differenziata al 65% (anche per merito di amministrazioni precedenti, magari di diverso colore) si vedranno assegnare automaticamente 25 punti, mentre i Comuni che attualmente non raggiungono il 35% (magari a causa di Amministrazioni precedenti, caso emblematico Latina) di punti ne riceveranno rispettivamente solo 7 per il bando sul compostaggio e 5 per quello sulle isole ecologiche: un handicap rispettivamente di 18 e 20 punti, che non c’è alcun modo di colmare con gli altri criteri di punteggio.
I ‘FORTUNATI’ COMUNI MONTANI
Al contrario, per il semplice fatto di essere un Comune “montano o parzialmente montano” (non è specificata né l’altitudine, né la percentuale di “montanità” del territorio) si guadagnano automaticamente 5 punti. Lo stesso metro di valutazione riguarda anche altri criteri di valutazione dei progetti, con il risultato che si è creato un ulteriore handicap, proprio in danno delle Amministrazioni comunali che avrebbero più bisogno di risorse per recuperarlo. In tal modo si penalizzano soprattutto i Comuni della Provincia di Latina e quelli in provincia di Roma (Capitale esclusa) mentre si avvantaggiano quelli delle Province di Frosinone, che ha solo quattro Comuni su 91 superano 5mila abitanti, e poi Viterbo e Rieti, dove rispettivamente solo uno su 60 ed uno su 73 Comuni con più di 25mila residenti. Risultato: circa il 73% dell’intera popolazione laziale ha scarse possibilità di vedere il proprio Comune ‘vincitore’ di questi finanziamenti. Realtà ad esempio come Marino,
SE I COMUNI SI UNISCONO…
L’unica strada rimasta percorribile ai Comuni più popolosi, ma con la sventura di trovarsi in pianura, per raggranellare qualche punto in più è quella di mettere insieme più Comuni con lo stesso progetto. Questa è l’ipotesi che stanno cercando di realizzare i Comuni di Latina, Aprilia, Sabaudia, Pontinia, Cori, Sermoneta, Norma, Bassiano e Rocca Massima. Siccome però è rimasta invariata la data di scadenza per presentare le proposte (il prossimo 26 settembre) la faccenda resta molto complicata ed una corsa verso gli uffici regionali per farsi spiegare come funziona e come poter tentare di partecipare ai due bandi con qualche possibilità concreta di non essere esclusi. “La raccolta differenziata nel Lazio è più che raddoppiata passando dal 18% del 2013 al 41% del 2016 – esulta il comunicato della Regione che annuncia i due bandi di cui parliamo -. L’obiettivo è superare presto il 50%, anche grazie a nuovi investimenti sulla differenziata”. Pazienza se la normativa prevedeva minimo il 35% entro il 31 dicembre 2006, poi almeno il 45% entro il 2008 per arrivare al 65% a fine 2012.
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ANCORA INCENERITORI
9,3 milioni di euro per ristrutturare i due inceneritori accoppiati di Colleferro (revamping), uno al 100% di proprietà della Regione Lazio attraverso Lazio Ambiente Spa e l’altro al 60% di Lazio Ambiente e al 40% del Comune di Roma attraverso AMA Spa. Roma Capitale, con Ama appunto, ci mette altri 2,3 milioni. Sono previsti inoltre altri 5,3 milioni per la discarica di servizio, sempre a Colleferro, dove interrare gli scarti degli impianti Tmb (preparano le balle da incenerire separando i materiali dell’immondizia non differenziata). Lo prevede il bilancio di previsione della Regione Lazio per l’anno 2017, varato a fine 2016. È la ricapitalizzazione della malandata Lazio Ambiente Spa. Una enorme iniezione di liquidità alla quale si aggiungono altri 300mila euro previsti per il “ramo servizi” (raccolta e spazzamento) della Spa regionale che doveva servire a far decollare una sana gestione dei rifiuti, verso l’economia circolare…