Sarà una delle vendemmie più scarse del dopoguerra. In gran parte per colpa della siccità, ma non solo. A incidere secondo Assoenologi anche “un bizzarro andamento climatico, con un inverno asciutto e più mite e un precoce germogliamento della vite, che ha favorito danni da gelate tardive (a fine aprile ndr)”.
Secondo le prime stime dell’associazione in Italia saranno il Lazio e l’Umbria a pagare il peso più altro con un calo record del 40% della vendemmia. Un dato che si rifletterà inevitabilmente sull’economia dei Castelli romani dove si produce circa l’80% del vino di alta qualità del Lazio. Previsioni negative anche per Coldiretti Roma: “Le temperature altissime registrate ad agosto si vanno ad aggiungere alla netta diminuzione delle precipitazione nei mesi di giugno (-74%) e luglio (-65%) – spiega David Granieri, presidente Coldiretti Roma e Lazio – Ci sarà un calo della produzione intorno al 30% con ripercussioni gravi su tutta la filiera. E’ necessario, quindi, mettere subito in atto azioni strategiche per essere pronti a fronteggiare le emergenze, sempre più frequenti, partendo da un piano per l’irrigazione e per la gestione delle risorse idriche. Visti i danni ingenti e prolungati è fondamentale anche un’azione di compensazione del reddito mancante per mantenere in vita le aziende agricole stremate dopo otto mesi di siccità”. Una diminuzione confermata anche da Roberto Rotelli, presidente della Strada dei Vini dei Castelli Romani. “Le zone più basse sono quelle che hanno sofferto di più la straordinaria siccità di questi mesi, quelle più vocate hanno retto meglio, come il Frascati Doc. Ai Castelli è possibile stimare un calo tra il 25% e il 30% a seconda delle zone, in alcune è piovuto leggermente di più. Questo è il momento di spingere sulla qualità del prodotto. I disciplinari vietano l’irrigazione e in pochi sono dotati dell’impianto perché normalmente non serve”. Sulla stessa lunghezza d’onda Guglielmo Schiaffini, presidente Coldiretti Marino: “Parliamo di un territorio come quello dei Castelli romani dove non c’è mai stato bisogno dell’irrigazione di soccorso o dei pozzi. La produzione sarà molto inferiore rispetto agli anni scorsi, almeno il 30% in meno. Le temperatura alte, in estate, ci possono stare e non rappresentano una grande criticità, il vero problema è che da tanti mesi piove pochissimo e la siccità ha devastato molte colture: anche le falde acquifere si sono abbassate”.
Secondo le prime stime dell’associazione in Italia saranno il Lazio e l’Umbria a pagare il peso più altro con un calo record del 40% della vendemmia. Un dato che si rifletterà inevitabilmente sull’economia dei Castelli romani dove si produce circa l’80% del vino di alta qualità del Lazio. Previsioni negative anche per Coldiretti Roma: “Le temperature altissime registrate ad agosto si vanno ad aggiungere alla netta diminuzione delle precipitazione nei mesi di giugno (-74%) e luglio (-65%) – spiega David Granieri, presidente Coldiretti Roma e Lazio – Ci sarà un calo della produzione intorno al 30% con ripercussioni gravi su tutta la filiera. E’ necessario, quindi, mettere subito in atto azioni strategiche per essere pronti a fronteggiare le emergenze, sempre più frequenti, partendo da un piano per l’irrigazione e per la gestione delle risorse idriche. Visti i danni ingenti e prolungati è fondamentale anche un’azione di compensazione del reddito mancante per mantenere in vita le aziende agricole stremate dopo otto mesi di siccità”. Una diminuzione confermata anche da Roberto Rotelli, presidente della Strada dei Vini dei Castelli Romani. “Le zone più basse sono quelle che hanno sofferto di più la straordinaria siccità di questi mesi, quelle più vocate hanno retto meglio, come il Frascati Doc. Ai Castelli è possibile stimare un calo tra il 25% e il 30% a seconda delle zone, in alcune è piovuto leggermente di più. Questo è il momento di spingere sulla qualità del prodotto. I disciplinari vietano l’irrigazione e in pochi sono dotati dell’impianto perché normalmente non serve”. Sulla stessa lunghezza d’onda Guglielmo Schiaffini, presidente Coldiretti Marino: “Parliamo di un territorio come quello dei Castelli romani dove non c’è mai stato bisogno dell’irrigazione di soccorso o dei pozzi. La produzione sarà molto inferiore rispetto agli anni scorsi, almeno il 30% in meno. Le temperatura alte, in estate, ci possono stare e non rappresentano una grande criticità, il vero problema è che da tanti mesi piove pochissimo e la siccità ha devastato molte colture: anche le falde acquifere si sono abbassate”.
07/09/2017