Un vero terremoto politico e giudiziario è emerso dalla lettura della sentenza del processo Necropolis. Pesanti le condanne di primo grado per personaggi di spicco della politica di Ardea, sancite oggi dai giudici per il reato di “induzione indebita a dare e promettere utilità”, in pratica delle presunte tangenti. Luca Di Fiori, ex sindaco di Ardea, gli ex assessori Nicola Petricca e Cassio Roccafiorita e l’imprenditore Stefano Valeri sono stati condannati a 3 anni e 2 mesi, con interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, e a una provvisionale da 10mila euro nei confronti della parte lesa. Il geometra comunale Mauro Rossi, che era imputato per la stessa fattispecie, ha avuto il reato derubricato ad abuso d’ufficio, che è stato dichiarato estinto per intervenuta prescrizione. Assolto il dirigente comunale Giovanni Cucuzza con la formula dell’art. 530 comma 2 del codice di procedura penale. Dunque, assoluzione piena. Gli altri reati (turbativa d’asta e violazione del regolamento di polizia mortuaria) sono stati prescritti.
IL PROCESSO – L’indagine aveva fatto emergere un presunto “sistema” messo in piedi dagli imputati, accusati di aver richiesto denaro, in più occasioni, ai rappresentanti della cooperativa “Il Girasole” (che aveva in appalto il servizio cimiteriale nel comune di Ardea) – da qui il nome “Necropolis” – e di aver ottenuto l’assunzione di parenti nella stessa cooperativa e la stipula di contratti con ditte “amiche”.
Sentito da Il Caffè l’avvocato Fagiolo, difensore dell’ex sindaco Luca Di Fiori, ha dichiarato di non voler commentare la sentenza odierna se non con la piena lettura delle motivazioni, che arriveranno tra 90 giorni. Prevede, comunque, il ricorso in appello. Per tutti i condannati resta salva la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio.
Sul prossimo numero de Il Caffè, in uscita il 7 settembre, un ampio approfondimento.