Indagati anche alcuni “dipendenti infedeli” di Cotral che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbero garantito la propria complicità certificando l’esecuzione delle manutenzioni in cambio di alcune somme di denaro; due agenti di Polizia Giudiziaria sono accusati invece di rivelazione di segreto d’ufficio. 29 i meccanici coinvolti nella truffa e ora iscritti nel registro degli indagati, insieme ai titolari di una Ati che aveva in gestione l’appalto delle manutenzioni pur non avendone i requisiti. Nel mirino della Procura, infine, i responsabili delle rimesse Cotral sparse per il Lazio.
I fatti contestati vanno dal 2010 al 2014. Quando un autobus si rompeva, le officine complici montavano pezzi usati – o magari sempre gli stessi pezzi riparati – facendoli pagare per nuovi.
Veniva pagata, ma non eseguita, la revisione dei cronotachigrafi digitali in dotazione ai bus di linea. Per tutti i complici c’era naturalmente un compenso.