Oltre 160 metri di profondità che nascondo oggetti e tante storie. È di pochi giorni fa la notizia del ritrovamento nel lago di Albano di un fucile Winchester. A scoprirlo un uomo che stava nuotando con una maschera e ha notato qualcosa di strano sul fondo: un fucile ricoperto da un giornale e avvolto nel cellophane. Ora si dovrà scoprire da dove proviene, chi è il proprietario e soprattutto perché è stato buttato nel lago. Ma il fucile è solo l’ultimo dei ritrovamenti, il fondale è praticamente un arsenale subacqueo che, complice il costante e progressivo abbassamento negli ultimi dieci anni del livello dell’acqua, sta venendo alla luce. E’ dello scorso giugno l’intervento dei Palombari del Nucleo Sdai – Sminamento difesa antimezzi insidiosi della Spezia per la ricerca e rimozione di numerosi residuati bellici. Le operazioni hanno interessato un tratto del litorale del lago lungo 200 metri e hanno permesso di individuare e rimuovere dallo specchio acqueo soggetto a bonifica: 80 bombe a mano del tipo Srcm mod. 35, 48 spolette, 1 bomba da mortaio e 150 proiettili per armi portatili.
Ordigni, spiegano i tecnici, che non sono frutto di bombardamenti, in gran parte infatti si tratta di materiali appartenenti all’esercito italiano che si trovavano nei depositi presi dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale, dopo l’armistizio di Badoglio dell’8 settembre 1943.
Bombe e fucili che furono gettati nel lago di Albano in modo che non potessero essere più utilizzati contro gli ex alleati. Materiali che ovviamente non vanno toccati in alcun modo e la raccomandazione è quella di denunciare, il prima possibile, il ritrovamento alle Forze di Polizia.
Ordigni esplosivi ma non solo, il fondale del lago è anche un cimitero di barche che periodicamente vengono rimosse da un team di sommozzatori volontari dei Castelli Romani, attraverso vaste e complesse operazioni di bonifica. Barche, di piccole e grandi dimensioni, affondate durante giornate di maltempo o abbandonate a pelo d’acqua in uno stato di degrado che certamente non contribuisce a migliorare l’immagine di uno dei simboli dei Castelli romani.
Come se non bastassero i problemi legati alla grande quantità di rifiuti sulle sponde, con microdiscariche neanche troppo nascoste tra la vegetazione e il progressivo abbassamento del livello delle acque che sta facendo tanto discutere in riferimento al lago di Bracciano.
Sotto il profilo dell’accoglienza turistica sono arrivate due vele su cinque nel dossier Guida Blu 2017 e c’è molto da fare anche per quanto riguarda la qualità dell’acqua: “Se nei laghi di Vico e Albano non rileviamo criticità di origine fecale, bisogna però lavorare e tanto, per eliminare i fattori inquinanti derivati da presenza di alghe tossiche, microrganismi complessi e sfruttamento spregiudicato ai fini della produzione idroelettrica che in questi luoghi sono agli onori delle cronache” – questo il responso di Legambiente.
Ordigni, spiegano i tecnici, che non sono frutto di bombardamenti, in gran parte infatti si tratta di materiali appartenenti all’esercito italiano che si trovavano nei depositi presi dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale, dopo l’armistizio di Badoglio dell’8 settembre 1943.
Bombe e fucili che furono gettati nel lago di Albano in modo che non potessero essere più utilizzati contro gli ex alleati. Materiali che ovviamente non vanno toccati in alcun modo e la raccomandazione è quella di denunciare, il prima possibile, il ritrovamento alle Forze di Polizia.
Ordigni esplosivi ma non solo, il fondale del lago è anche un cimitero di barche che periodicamente vengono rimosse da un team di sommozzatori volontari dei Castelli Romani, attraverso vaste e complesse operazioni di bonifica. Barche, di piccole e grandi dimensioni, affondate durante giornate di maltempo o abbandonate a pelo d’acqua in uno stato di degrado che certamente non contribuisce a migliorare l’immagine di uno dei simboli dei Castelli romani.
Come se non bastassero i problemi legati alla grande quantità di rifiuti sulle sponde, con microdiscariche neanche troppo nascoste tra la vegetazione e il progressivo abbassamento del livello delle acque che sta facendo tanto discutere in riferimento al lago di Bracciano.
Sotto il profilo dell’accoglienza turistica sono arrivate due vele su cinque nel dossier Guida Blu 2017 e c’è molto da fare anche per quanto riguarda la qualità dell’acqua: “Se nei laghi di Vico e Albano non rileviamo criticità di origine fecale, bisogna però lavorare e tanto, per eliminare i fattori inquinanti derivati da presenza di alghe tossiche, microrganismi complessi e sfruttamento spregiudicato ai fini della produzione idroelettrica che in questi luoghi sono agli onori delle cronache” – questo il responso di Legambiente.
03/08/2017