Nell’ottobre del 2013 la Guardia di Finanza di Aprilia individuò sulla Nettunense un terreno dove erano stoccati centinaia di taniche e fusti contenenti prodotti chimici oltre ad altri rifiuti speciali di varia natura.
Nell’agosto 2015 il terreno su cui erano conservati i fusti furono lambiti da un incendio che ha riacceso i riflettori sulla necessità di mettere in sicurezza quel terreno.
Il titolare del sito, con precedenti di polizia per reati ambientali legati allo smaltimento di rifiuti e per reati fallimentari, era titolare di un deposito non dichiarato al fisco, funzionale all’esercizio di un’attività di commercio, volta alla compravendita di prodotti chimici (quali acido peracetico, acido solforico, acido cloridrico, glicole etilenico, soda, sodio idrato, ecc.), senza alcun sistema di protezione e prevenzione dei rischi legati alla salute dei lavoratori ed all’integrità dell’ambiente. Il suolo infatti presentava evidenti infiltrazioni di percolato.
Nell’area vi erano inoltre rifiuti speciali sparsi ovunque, presenti da tempo, tanto da essere ricoperti dalla vegetazione: centinaia di taniche in plastica contenenti residui di prodotti chimici, pneumatici, teloni e tubi in plastica, materiali ferrosi di varia natura, recipienti in vetro contenenti prodotti chimici ad elevata tossicità, fusti metallici, manufatti in eternit, nonché una vasca in cemento armato di circa 200 mq e profonda circa 3,5 metri, anch’essa contenente rifiuti di ogni genere.
Non sono mai stati resi noti ancora eventuali danni ambientali provocati dalla permanenza di quei fusti.
“L’episodio incendiario, a parere degli interroganti, evidenzia la necessità di mettere in sicurezza con urgenza l’intera area – si legge nell’interrogazione presentata in questi giorni da 6 deputati del Movimento 5 Stelle – ancor più in una stagione costellata da numerosi e gravissimi incendi e in considerazione del fatto che un incendio in tale area, che già presenta tutte le caratteristiche di una vera e propria “bomba ecologica”, potrebbe causare seri danni sia ambientali che alla salute dei cittadini”.
“Nonostante, nella immediatezza dell’accaduto, il sindaco di Aprilia avesse promesso controlli e verifiche, risulta agli interroganti che a tre anni dal sequestro ed a quasi un anno dall’incendio sviluppatosi, che ha visto andare in fumo lastre di eternit ed altri rifiuti accatastati, l’area non è stata ancora smantellata e non si è provveduto alla necessaria bonifica”.
I sei deputati chiedono al Ministero dell’Ambiente s”e intenda assumere urgenti iniziative di competenza, affinché sia previsto un percorso finalizzato a garantire la rimozione dei rifiuti presenti nell’area, la successiva bonifica e il ripristino dello stato dei luoghi, nonché la verifica dello stato di contaminazione dell’area medesima” e “se sia a conoscenza del motivo per cui i numerosi esposti presentati da diversi cittadini, singoli o associati, supportati da una documentazione imponente sul tema, siano stati, ad oggi, completamente ignorati”.