Antonino Piattella, di Aprilia, è ritenuto il capo del clan, mentre il figlio 22enne Riccardo Piattella, era «gestore della cava a tutto tondo»,- fa sapere la Questura di Latina che ha monitorato il sito sequestrato insieme al primo reparto volo della Polizia di Pratica di Mare. Il ragazzo, sottolineano gli investigaori, «oltre a ricevere gli appuntamenti per gli sversamenti dai singoli conferitori, si occupava anche di manovrare personalmente escavatori e trattori stradali per provvedere allo scarico e all’interramento di enormi quantitativi di rifiuti. I predetti erano collaborati – e, se del caso, sostituiti – da Lanari Roberta, moglie di Antonino, che provvedeva sovente ad incassare i compensi per gli “scarichi” illeciti». La donna, quindi, sarebbe una sorta di “boss” al femminile. I rifiuti provenivano da aziende delle province di Roma e Latina. Sempre ad Aprilia si trova un’altra azienda che lavora enormi quantità di rifiuti e collegata ad uno degli arrestati di oggi. Sul prossimo numero de Il Caffè cartaceo in distribuzione da giovedì 3 agosto ulteriori dettagli.
«E’ stato quindi possibile – continua la nota della Questura di Latina – ricostruire la rete di imprenditori coinvolti in qualità di conferitori, molti dei quali operanti proprio nel settore del recupero e dello smaltimento di rifiuti che, in luogo di rivolgersi a canali di smaltimento ufficiali e leciti, si servivano del sito gestito dai Piattella. La descritta attività criminale ha consentito, peraltro, sia agli “smaltitori” che ai “conferitori” di ottenere elevatissimi profitti, successivamente reimpiegati nel circuito economico legale. Infatti, mentre i primi hanno interamente incamerato, sottraendole al fisco, le somme illecitamente percepite per i singoli sversamenti, i secondi, invece, hanno conseguito un considerevole risparmio di spesa, evitando i maggiori costi derivanti dall’osservanza delle procedure previste per lo smaltimento autorizzato di rifiuti». Sono state sequestrate beni per 15 milioni di euro: 9 società, 11 quote societarie, 37 terreni, 7 case, 8 fabbricati industriali, 7 locali di deposito e 60 tra autovetture e mezzi d’opera aziendali (camion, ruspe, pale meccaniche) e numerosi rapporti bancari tutti ritenuti riconducibili agli indagati, a loro familiari, e prestanome. A questi si aggiunge il sequestro di 200mila euro circa nei confronti delle aziende che illegalmente sversavano i rifiuti nella ex cava di Aprilia a due passi dalla via Pontina direzione Roma.
Di seguito i nomi degli arrestati in carcere:
PIATTELLA Antonino, nato a Roma il 04.01.1964;
PIATTELLA Riccardo, nato a Velletri (RM) il 14.02.1995;
LANARI Roberta, nata ad Aprilia (LT) il 24.05.1966;
BACCI Elio detto” Mauro”, nato a Trevi nel Lazio (FR) il 16.12.1953;
CARNEVALE Donatella, nata a Velletri (RM) il 25.07.1964;
CARNEVALE Catia, nata a Velletri (RM) il 02.07.1969;
BERNACCHIA Giampiero, nato a Frascati (RM) il 27.05.1969;
SESTINI Remo, nato a Roma il 26.03.1962;
MORESCHINI Stefano, nato a Roma il 29.10.1958;
DUNAREANU Emilian lonel, nato il 26.08.1976 a Craiova (Romania);
LUCIDI Sante, nato a Valle Castellana (TE) il 28.10.1958;°
LUCIDI Dario, nato ad Aprilia (LT) il 09.06.1985;
COGONI Riccardo, nato ad Aprilia (LT) il 08.08.1989;
MANZINI Alberto, nato ad Aprilia (LT) il 22.12.1958;
MARTINO Antonio, nato a Sant’Agata de’ Goti (BN) il 14.09.1965;
BONCI Paolo, nato ad Albano Laziale (RM) 16.01.1970
È stata invece notificata l’applicazione delle misure cautelari del divieto di dimora nel comune di Aprilia, Ardea e Velletri (luoghi epicentro della presunta rete criminale) e dell’obbligo di presentazione quotidiana alla Polizia giudiziara nei confronti di:
SANTIONI Carlo. nato a Gualdo Tadino (PG) il 16.02.1944;
ESANU Cristineì detto Cristian” nato in Romania il 18.12.1966;
PUCA Aldo, nato a Teano (CE) il 05.02.1985;
TELESCA Patrizio, nato ad Aprilia (LT) il 27.10.1981;
PAPI Alessandro, nato in Genzano di Roma (RM) il 26.06.1982;
OLTEANU Karly Ninel, nato a Craiova (Romania) il 30.06.1974