LA FINE DI UN INCUBO – Entrato nella vita nel bambino prima come educatore domiciliare inviato dal Comune di Anzio (per cui non lavora più da tempo), l’uomo è riuscito a introdursi nell’ambiente familiare della sua vittima diventando il compagno della madre. A quel punto è stato facile restare da solo con il piccolo, che spesso portava anche in gita con altri bambini del quartiere. Gli abusi sono continuati finché il ragazzino non è stato tolto alla famiglia, allora per ragioni di disagio economico-sociale, e portato nella casa famiglia di Torvaianica. Dopo circa un anno, sentendosi al sicuro, il bambino ha finalmente affidato il racconto dell’inferno vissuto in casa agli operatori di Chiara e Francesco, che hanno subito sporto denuncia.
I PRECEDENTI – A quanto pare l’uomo ha alle spalle numerosi precedenti per abusi su minorenni. Oltre al caso del bambino di Anzio e a quello avvenuto ad Ostia, entrambi denunciati da Chiara e Francesco, sulle spalle del 42enne pesa infatti una condanna per adescamento di ragazzini su facebook tramite un profilo falso. Nel processo sui fatti di Anzio ha cercato di difendersi sostenendo di essere innocente e che gli abusi erano in realtà avvenuti proprio nella casa famiglia di Torvaianica. Un racconto smentito dalla stessa vittima e che gli è costato un procedimento per diffamazione.