Il dott. Giuseppe Campagna contestò l’assunzione, come responsabile di struttura complessa, del dott. Paolo Corbò, compiuta dall’Asl di Latina nel 2001, e l’affidamento di incarichi per strutture semplici per lui ed altri disposto sempre dall’Azienda due anni dopo. Tali provvedimenti, secondo i giudici, avrebbero comportato per Campagna una “mortificazione professionale”, vero e proprio mobbing. Il medico, fatta una causa di lavoro, ottenne un risarcimento dal Tribunale di Latina e l’Asl, per chiudere la partita, scelse alla fine di fare una transazione, pagando a Campagna 312mila euro. Lo stesso medico ha quindi segnalato la vicenda alla Corte dei Conti che, ritenendo quel denaro un danno erariale, dovuto a scelte errate compiute dai vertici aziendali, ha mandato a giudizio i quattro ex manager, chiedendo loro di risarcire i 312mila euro. E Cirignotta, Battigaglia, Di Chio e Ciacciarelli sono stati condannati nel 2015 dalla Corte dei Conti del Lazio. Il loro comportamento è stato bollato dai giudici come caratterizzato da un “marcato indice di trascuratezza e superficialità della gestione organizzativa della struttura e del personale”. I giudici contabili hanno però ritenuto che il mobbing e il demansionamento di Campagna, che ha portato al risarcimento e dunque al danno erariale, è stato causato anche dai direttori che sono succeduti ai quattro mandati a giudizio. Quest’ultimi hanno così ottenuto lo sconto, con una condanna a pagare soltanto 60mila euro. Una sentenza contro cui hanno fatto ricorso sia i manager, rivendicando la correttezza del loro operato, che la Procura, puntando al risarcimento da oltre 300mila euro. I giudici d’appello hanno però ora confermato la sentenza di primo grado. Cirignotta e gli altri dovranno pagare, ma solo 60mila euro.
Clemente Pistilli