«Le associazioni – si legge nella nota stampa della Guardia di Finanza – grazie all’affidamento diretto da parte delle proprie S.p.A. di riferimento, avevano gestito in “regime di monopolio” il servizio di refezione aziendale, dei bar, delle barberie e dei distributori automatici di snack e bevande per un giro di affari di quasi 30 milioni di euro nel solo periodo 2011-2015, aggirando la normativa in materia di appalti pubblici, nonostante il divieto per le pubbliche amministrazioni di acquisire a titolo oneroso servizi di qualsiasi tipo da enti di diritto privato se non in base a procedure a evidenza pubblica e il divieto di erogare contributi a carico delle finanze pubbliche a associazioni che forniscono servizi a favore dell’amministrazione. Gli investigatori del Nucleo di Polizia Tributaria sono riusciti anche a scoprire illeciti fiscali in relazione all’imposta sul valore aggiunto (complessivamente superiore al milione di euro nel periodo di rifermento) dovuta sui corrispettivi erogati dalle medesime aziende di trasporto pubblico per il servizio di somministrazione di alimenti e bevande effettuato nelle mense aziendali».