Alessandro, un anno in B con il Fondi e oggi il ritorno a casa… “Si, solitamente si torna a casa a fine carriera, per me è diverso, credo che la Mirafin stia compiendo un salto di qualità sia in termini di struttura societaria che di organico tecnico. Mi sembrava doveroso mettermi a disposizione sia per ragioni affettive, sia perché sono certo che saremo estremamente competitivi in un campionato difficile come la Serie B. Parlando con la dirigenza ho percepito subito la mia stessa voglia di fare bene ed è stato facile stringerci la mano”.
Il tuo ottimismo è anche legato alla conoscenza dei tuoi compagni di squadra? “Alcuni giocatori del team non hanno bisogno di presentazioni, altri li ho incontrati da avversario, con alcuni ho giocato insieme, ho parlato con il mister che conoscevo solo per fama, mi sembra che più di ottimismo si debba parlare di realismo. Senz’altro incontreremo altre tre o quattro squadre di altissimo livello, ma noi saremo nella condizione di dire la nostra”.
Nel tuo ruolo in squadra c’è anche un certo Marcelo Moreira… “E’ uno dei motivi per cui sono qui. Marcelo è uno dei grandissimi, non potevo chiedere un maestro migliore per continuare il mio percorso di crescita, per acquisire quell’esperienza e quella malizia che spesso sono determinanti per fare la differenza. C’è anche da dire che tutti i giorni mi troverò contro un campione come Graziano Gioia, uno che se non sei più che preparato non te la fa beccare mai. Graziano rappresenterà una cartina di tornasole, il giorno che lo vedrò in difficoltà vorrà dire che sarò diventato pronto per qualsiasi categoria”.