A Lariano il primo Consiglio comunale del secondo mandato del sindaco Maurizio Caliciotti, rieletto nella tornata amministrativa di giugno, è iniziato già all’insegna dei primi attriti. Sono stati i consiglieri della lista “Insieme per cambiare Lariano”, con in testa Tiziana Cafarotti, a riportare in auge una vecchia mozione del consigliere Gianluca Casagrande Raffi, sulla presunta incompatibilità alla carica del primo cittadino, che ricoprirebbe anche il ruolo di consulente presso la Banca Popolare del Lazio, tesoriera del Comune. Smarcando la polemica il sindaco è passato al giuramento e alla nomina della sua giunta, o meglio – al momento dell’andata in stampa del giornale -, di quattro dei cinque componenti della rosa amministrativa. A Claudio Crocetta, cui è andata anche la carica di vicesindaco, è andata la delega allo Sport, ad Ilaria Neri (la più votata tra tutti i candidati) i Servizi sociali, a Fabrizio Ferrante Carrante sono andati Turismo, Spettacolo e Rapporti con le associazioni e a Maria Grazia Gabrielli la Cultura. Rimane da assegnare dunque la quinta poltrona, che, indiscrezione, vorrebbero contesa tra Sergio Bartoli e il già assessore ai Servizi Sociali Maurizio Mattacchioni, mentre i grandi ambiti amministrativi, come l’Urbanistica, i Lavori Pubblici e il Commercio sembrano stranamente essere rimasti nel cassetto del Sindaco. Con tutta evidenza l’apporto e il peso della lista “Lariano Protagonista”, coi due rappresentanti provenienti da Fratelli d’Italia entrati in Consiglio e poi direttamente in Giunta, ha sicuramente mutato i precedenti equilibri, assottigliando i margini per un “posto al sole” per il resto della compagine. A dispetto dei segnali di apertura e di democrazia lanciati durante la prima seduta consiliare, infine, sia la carica di Presidente del Consiglio che del suo vice (ruolo solitamente lasciato alle minoranze) sono andati alla maggioranza. Il presidente del consesso larianese è dunque Leonardo Caliciotti e il suo vice Emanuele Palmieri. Le forze di opposizione avevano proposto invece la candidatura di Tiziana Cafarotti, la quale aveva dichiarato che avrebbe svolto tale ruolo senza percepire alcun compenso (circa 400 euro), da devolvere invece per l’assunzione di una borsa lavoro. Caduta nel vuoto la proposta, al momento della votazione per il vicepresidente, i tre componenti della minoranza presenti – Cafarotti, Enrico Romaggioli e Sabrina Verri – hanno lasciato la propria scheda in bianco.
06/07/2017