A fine maggio 2016 Cardosi uccise con un colpo di pistola, arma regolarmente detenuta, la moglie Anna Recalcati, di 69 anni, nel loro appartamento di via Carlo Pisacane, nel centro di Latina. L’anziano, subito messo ai domiciliari, dopo l’arresto ammise di aver assassinato la donna, sostenendo che era malata e che non riusciva più a vederla soffrire. Una decisione preceduta da una lettera, sequestrata dai carabinieri, e da un post scritto su Facebook dall’imputato. Quest’ultimo, dopo il delitto, tentò inoltre il suicidio, ingerendo numerosi farmaci. Un dramma scoperto dal figlio del 72enne, allarmato non avendo notizie da un paio di giorni dei genitori e non sentendo gli stessi rispondere al citofono di casa. Intervenuti nell’appartamento i carabinieri, Cardosi venne trovato in stato confusionale, venne ricoverato all’ospedale “Santa Maria Goretti” e, dopo l’interrogatorio tenuto dal gip, venne messo ai domiciliari. Ora il processo.
Il 72enne, difeso dagli avvocati Claudio Maria Cardarello e Fabrizio Cannizzo, potrebbe però anche evitare la Corte d’Assise e chiedere di essere giudicato con rito abbreviato, dunque allo stato degli atti, scelta che gli consentirebbe di beneficiare dello sconto di un terzo della pena.
Clemente Pistilli