È molto difficile, se non impossibile, per una persona disabile prendere il treno alla stazione di Pomezia: non ci sono scivoli né rampe che consentano a persone con ridotta capacità motoria di accedere alle piattaforme dei binari. Così una pendolare ha deciso di segnalare il problema a Rfi (Rete Ferroviaria Italiana), chiedendo un intervento per l’abbattimento delle barriere architettoniche allo scalo di Santa Palomba. La risposta dell’ente, arrivata nella giornata di ieri, lascia perplessi.
A quanto pare, al momento gli sforzi di Rfi per l’ammodernamento delle stazioni italiane riguardano solo 500 scali ad alta frequentazione (cioè, secondo l’ente, da più di 4000 frequentatori medi al giorno). Un tasso che, si deduce, a Santa Palomba sarebbe inferiore. “Tale progetto – si legge sulla lettera di risposta alla pendolare – è stato avviato per offrire ai viaggiatori servizi di più alta qualità e di più ampia portata”. Tra gli interventi strutturali previsti, la riqualificazione di “tutte le stazioni adottando linee di design e di arredo uniformi, l’innalzamento dei marciapiedi di binario a 55 cm di altezza, il potenziamento dell’illuminazione con l’uso di sistemi a led, comfort degli ambienti e sicurezza dei viaggiatori con rafforzamento dei sistemi di security, rinnovamento della segnaletica fissa per l’indicazione di percorsi, luoghi, servizi e prescrizioni di sicurezza nonché per l’informazione sull’orario dei treni esposta nei quadri murali, implementazione delle nuove tecnologie per l’informazione visiva e sonora sugli arrivi e le partenze in tempo reale”.
Un’opera di riammodernamento da cui, al momento, Santa Palomba è esclusa. Al massimo per lo scalo di Pomezia, che serve un’importante area industriale, “Nell’immediato si provvederà al mantenimento in efficienza e al decoro dei locali”. “Di recente – precisano da Rfi – sono stati effettuati interventi di rinnovo degli impianti di informazione al pubblico e dell’impianto di illuminazione”. E intanto i disabili restano a terra.