Per quanto riguarda il litorale di Torre Astura, gravato da servitù militari, a tutela dell’ambiente la Regione ha così deciso di mettere dei paletti anche al Ministero della difesa. Con le misure di conservazione del sito, finalizzate alla designazione della zona speciale di conservazione, minacciata dall’erosione e dai rifiuti, è stata così disposta l’adozione di una forma di tutela per la post gestione del poligono, impedita la realizzazione di altri depositi di carburante e lubrificanti, vietato il taglio della vegetazione, sono stati banditi sversamenti e abbandono di qualsiasi forma di rifiuto e auspicati un protocollo d’intesa tra la stessa Regione e il Ministero della difesa e la ricognizione, con relativo controllo degli scarichi. Compatibilmente con le esigenze dei militari, è stato poi chiesto allo stesso dicastero retto da Roberta Pinotti di limitare il transito dei mezzi, cingolati e non solo, fuori da strade e sentieri. Una corsa contro il tempo, considerando che le zone di conservazione dovevano già essere predisposte nel 2012, dunque cinque anni fa. (C.Pis.)
Obiettivo entro il 2020
La Regione impegnata a tutelare la biodiversità nell’area di Torre Astura
Stop alla perdita di biodiversità entro il 2020. Obiettivo importante quello che si era dato l’Unione europea. Peccato che i ritardi nelle disposizioni per tutelare specie animali e vegetali e i diversi ecosistemi, alla luce delle ormai datate Direttive uccelli e habitat, siano stati enormi da parte degli Stati membri, Italia in primis. Dopo che per tale ragione la Commissione europea ha aperto per il Belpaese l’ennesima procedura di infrazione e con il rischio di perdere finanziamenti enormi, la Regione Lazio sta cercando di correre ai ripari e ora ha varato le misure di conservazione per altre undici aree naturali. Un provvedimento volto all’istituzione di altre zone speciali di conservazione e che riguarda anche Nettuno.
05/06/2017
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