Continua a confermarsi come la regina indiscussa di questa prima fase del futsal mercato di serie D (e non solo) l’Ardea Calcio a 5 che dopo l’annuncio di Edoardo Esposito della scorsa settimana ha piazzato un vero e proprio colpo da novanta, regalandosi “nientepopodimenoche” Adriano Nunhes Lorenzoni. Il presidente Fofi aveva anticipato “interessanti trattative in corso” per rinforzare l’organico, ma davvero nessuno tra gli addetti ai lavori si aspettava che il direttore sportivo Francesco Lessa potesse arrivare a tanto, assicurandosi le prestazioni sportive del campionissimo nativo di San Paolo che sembrava in procinto di tornare alla Mirafin (serie B) dopo la parentesi di Aprilia. Confermate quindi su tutta la linea le indiscrezioni del Caffè, che subito dopo le visite mediche di rito e la firma sul contratto ha raccolto in esclusiva le prime parole del neo giocatore dell’Ardea che indosserà la maglia numero 9.
Adriano, appena un anno fa accettavi la proposta della United con l’intenzione dichiarata da parte tua e della società di aprire un ciclo vincente. Cosa non ha funzionato nella tua esperienza apriliana? “A mio avviso ha funzionato quasi tutto, abbiamo raggiunto il 3° posto in campionato, una semifinale play-off ed un’altra semifinale di Coppa Lazio. Credo la squadra fosse decisamente competitiva e soltanto per questioni di mera sfortuna non siamo riusciti a portare a casa alcun successo. Anche senza di me credo la United, conoscendo la società, riuscirà ad allestire una squadra vincente per affrontare la prossima C1 (da quel che si dice dovrebbero fare domanda di ripescaggio avendone diritto) visto che ci sono poi realtà nel Lazio che rischiano di affrontare campionati regionali e/o nazionali con domanda di ripescaggio nonostante non gli spetti. (ride)”.
Salutata Aprilia era praticamente cosa fatta per un tuo ritorno alla Mirafin, poi cosa è successo? “Posso dire che non mi sono mai lasciato con la Mirafin e non mi lascerò mai, mi sento molto legato a loro con i quali continuerò anche in futuro altre collaborazioni. E’ vero, ero in procinto di tornare, poi insieme al presidente Raffaele Mirra (nonchè un secondo padre in Italia per me) ed il vice presidente Armando Mirra, abbiamo valutato insieme la migliore soluzione per me e la mia famiglia accettando l’offerta dell’Ardea Ca5”.
Da un campionato potenziale di Serie B ti ritroverai invece a giocare in D. Cosa ti ha spinto a scendere di categoria pur di abbracciare il progetto Ardea? “ Proprio come dici tu ho accettato il progetto, la differenza tra la serie B e la serie D per me non esiste. Il mio impegno e la mia professionalità saranno sempre come se giocassi nella massima serie, e ti dirò di più: probabilmente per me sarà anche più complicato giocare in una categoria inferiore ed abituarmi ai ritmi diversi ma quello che ha in programma la società da qui ad i prossimi anni ha inciso sulla mia scelta”.
Che ambiente hai trovato? “Ho trovato subito un bel feeling con tutti. Dal DS Francesco Lessa (con il quale ci conosciamo da tempo) al DG Carmine Magliaro al Presidente Christian Fofi che mi hanno subito convinto con il loro entusiasmo ad accettare il progetto. Conosco inoltre molti ragazzi che compongono la rosa e sono quasi tutti di categoria superiore. Spero, insieme ad Edo Esposito (mio eterno capitano – ride) di riuscire a dare il giusto contribuito per la crescita di questi ragazzi”.
Si può dire che con un Lorenzoni in più l’Ardea sia la candidata numero uno per la vittoria finale indipendentemente dalle avversarie che incontrerà sul proprio cammino? “Come detto, sono venuto qui per vincere. In nessuna categoria è mai facile farlo ma quello che la società sta programmando ha tutti i presupposti per arrivare fino in fondo.Nella mia vita non ho mai accettato nulla di facile e scontato ed anche questa volta darò il massimo per arrivare all’obiettivo”.
Per chiudere, puoi dirci sinceramente che armi ha usato il direttore Lessa per convincerti? “Oltre al progetto che mi legherà ai colori dell’Ardea Ca5 spero il più a lungo possibile, ti dico senza ombra di dubbio che la sincerità e la trasparenza con cui ha gestito l’intera trattativa hanno fatto il resto e non con le chiacchiere o con finte promesse”.