è sempre allarme sovraffollamento nelle carceri del Lazio. La situazione non accenna a migliorare nonostante appelli, polemiche e l’aumento di gravi episodi. Anzi. Negli istituiti penitenziari la situazione peggiora costantemente. I numeri parlano chiaro: il sovraffollamento ha raggiunto il 119%. “Al 31 marzo 2017 sono 990 i detenuti in più su un totale di 6.228 detenuti reclusi nei 14 Istituti del Lazio” – spiega Massimo Costantino Segretario generale della Fns Cisl Lazio.
Questi i dati: Viterbo (+181); Cassino (+130); Frosinone (+48); Civitavecchia ( +119); CCF Rebibbia ( +65); NC Rebibbia ( + 233); CC Regina Coeli (+279); Velletri (+174) , CC Latina (+52) NC Rieti (+48) .“Preoccupa il fatto che le carceri della regione siano diventate dei contenitori esplosivi di ‘detenuti per ordine e sicurezza’ con casi complicati e soggetti con gravi problemi di salute anche mentali – sottolinea Costantino – Criticità amplificate anche da un assorbimento di personale, per garantire in alcuni casi il servizio di piantonamento che seppur espletato egregiamente dalla Polizia Penitenziaria, qualora disposto dall’Autorità Giudiziaria, riguarda anche soggetti ricoverati presso le REMS (ndr residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria) in modo particolare dopo la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, nella provincia di Frosinone”.
Un bilancio negativo che si è aggravato nel 2017 anche a causa dei trasferimenti dagli Istituti penitenziari di altre regioni, alle prese con i danneggiamenti provocati dalle scosse di terremoto che dallo scorso agosto stanno colpendo il Centro Italia.
Problematiche che conosce bene Rita Bernardini, esponente del Partito Radicale, da anni in prima fila nella battaglia contro il sovraffollamento delle carceri e per migliorare le condizioni dei detenuti: “Insieme ad altri compagni di partito, a marzo, ho visitato il carcere di Velletri. La situazione più drammatica si registra nel vecchio padiglione, mentre in quello nuovo, aperto nel 2012, non emergono criticità: ci sono, ad esempio, docce nelle celle ma soprattutto, in linea con quanto previsto dalla Costituzione, vengono svolte molte attività di studio e di lavoro. Al contrario nella parte vecchia è emergenza sia dal punto di vista strutturale che rieducativo”. La Bernardini mette in evidenza le carenze numeriche a livello di personale che complicano notevolmente la gestione del carcere: “Gli educatori sono solo 3 rispetto ai 6 previsti per tutto l’istituto. E’ sotto organico anche la magistratura di sorveglianza ridotta del 50%, gli assistenti sociali e gli psicologi. Purtroppo, non finiscono qui i problemi che affliggono il carcere diretto dalla brava e presente Maria Donata Iannantuono che con i mezzi a disposizione non è ancora attrezzata per i miracoli”. Non solo. “La struttura ospita a volte persone che dovrebbero stare nelle REMS e che invece vengono parcheggiate qui a Velletri anche 40 giorni in attesa di un posto adeguato altrove”.
Questi i dati: Viterbo (+181); Cassino (+130); Frosinone (+48); Civitavecchia ( +119); CCF Rebibbia ( +65); NC Rebibbia ( + 233); CC Regina Coeli (+279); Velletri (+174) , CC Latina (+52) NC Rieti (+48) .“Preoccupa il fatto che le carceri della regione siano diventate dei contenitori esplosivi di ‘detenuti per ordine e sicurezza’ con casi complicati e soggetti con gravi problemi di salute anche mentali – sottolinea Costantino – Criticità amplificate anche da un assorbimento di personale, per garantire in alcuni casi il servizio di piantonamento che seppur espletato egregiamente dalla Polizia Penitenziaria, qualora disposto dall’Autorità Giudiziaria, riguarda anche soggetti ricoverati presso le REMS (ndr residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria) in modo particolare dopo la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, nella provincia di Frosinone”.
Un bilancio negativo che si è aggravato nel 2017 anche a causa dei trasferimenti dagli Istituti penitenziari di altre regioni, alle prese con i danneggiamenti provocati dalle scosse di terremoto che dallo scorso agosto stanno colpendo il Centro Italia.
Problematiche che conosce bene Rita Bernardini, esponente del Partito Radicale, da anni in prima fila nella battaglia contro il sovraffollamento delle carceri e per migliorare le condizioni dei detenuti: “Insieme ad altri compagni di partito, a marzo, ho visitato il carcere di Velletri. La situazione più drammatica si registra nel vecchio padiglione, mentre in quello nuovo, aperto nel 2012, non emergono criticità: ci sono, ad esempio, docce nelle celle ma soprattutto, in linea con quanto previsto dalla Costituzione, vengono svolte molte attività di studio e di lavoro. Al contrario nella parte vecchia è emergenza sia dal punto di vista strutturale che rieducativo”. La Bernardini mette in evidenza le carenze numeriche a livello di personale che complicano notevolmente la gestione del carcere: “Gli educatori sono solo 3 rispetto ai 6 previsti per tutto l’istituto. E’ sotto organico anche la magistratura di sorveglianza ridotta del 50%, gli assistenti sociali e gli psicologi. Purtroppo, non finiscono qui i problemi che affliggono il carcere diretto dalla brava e presente Maria Donata Iannantuono che con i mezzi a disposizione non è ancora attrezzata per i miracoli”. Non solo. “La struttura ospita a volte persone che dovrebbero stare nelle REMS e che invece vengono parcheggiate qui a Velletri anche 40 giorni in attesa di un posto adeguato altrove”.
18/05/2017