Le basse temperature della scorsa notte ha interessato le campagne di Cisterna rischiano di mettere in serio pericolo la produzione locale di kiwi. Si sono registrate diverse gelate, definite a macchia di leopardo, che stanno facendo preoccupare diversi imprenditori agricoli, i quali cominciano a fare i conti con i danni alle loro coltivazioni. “Purtroppo si è verificato questo evento climatico anomalo che ci ha presi di sorpresa – questo il racconto di Renato Campoli, uno dei primi coltivatori di kiwi e già assessore all’agricoltura per il Comune di Cisterna – nessuno si sarebbe mai aspettato una gelata il 20 di aprile, diversi agricoltori sono preoccupati per le conseguenze dell’anomalo evento climatico, ci vorranno un paio di giorni per capire se il danno riguarda solo le foglie delle piantagioni o se ha intaccato anche i fiori da frutto”. In passato le gelate improvvise venivano contrastate da un impianto antibrina, il quale, nel momento in cui le temperature si abbassavano troppo, azionava il sistema d’irrigazione, così da rialzare la temperatura sotto il tendono. “Una tecnica che non si utilizza più da diversi anni – ci spiega Campoli – era un accessorio delle prime coltivazioni di kiwi giallo, un frutto che anticipava la fioritura rispetto al più noto Haward, oggi la nuova specie di kiwi giallo arriva alla fioritura come il verde, in questo periodo più mite, alla fine di aprile, così si è abbandonato il sistema di sbrinamento automatico. Ora per prepararci ad un’altra eventuale gelata stiamo trattando la parte fogliare con dei sali minerali che servono a ritardare la creazione del ghiaccio, cerchiamo, quindi, di aiutare le piantagioni già in sofferenza, di salvare il salvabile. Ci sono diverse aziende agricole interessate da questo problema, ma non sono così tante per poter chiedere l’aiuto delle istituzioni, tramite un’eventuale richiesta di calamità naturale, questo è sì un evento eccezionale, ma, ad oggi, ha interessato pochi coltivatori e speriamo, per loro, che i danni si limitino al minimo, garantendo comunque la raccolta, se così non fosse sarebbe veramente emergenza un po’ per tutta la filiera lavorativa e l’indotto economico che ogni anno il kiwi mette in moto. (D.Ro.)
21/04/2017