La “revocazione” viene chiesta quando si ritiene che un determinato pronunciamento sia frutto di un macroscopico errore compiuto dai magistrati. E proprio su tale tasto, sostenendo che era stato vittima di una serie di violazioni e false applicazioni di norme, a partire da documenti fondamentali affatto esaminati, Santangelo ha provato a battere. L’ex primo cittadino, alla luce delle indagini svolte dalla Guardia di finanza sulle assunzioni fatte tra il 2005 e il 2008, è finito accusato di danno erariale. La Procura contabile ha ritenuto uno sperpero di denaro pubblico i contratti di lavoro a tempo determinato per alcune prestazioni professionali che erano stati fatti siglare a Palazzo in quel periodo. Due in particolare. Contratti stipulati in violazione del patto di stabilità e in presenza di un parere sfavorevole espresso dal responsabile del servizio risorse umane. Il danno era stato quantificato in oltre 180mila euro. I giudici avevano però poi tenuto conto anche del lavoro svolto dagli assunti e alla fine Santangelo, nel 2010, era stato condannato a risarcire oltre 127mila euro. Una condanna confermata due anni dopo in appello. L’ex sindaco ha quindi provato a chiedere la revocazione della sentenza, evidenziando anche che le sue condizioni non gli consentirebbero di far fronte a un risarcimento del genere. Niente da fare. Il nuovo ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla III sezione d’appello della Corte dei Conti e Santangelo dovrà risarcire il Comune di Aprilia. (C.P.)
La Corte dei Conti respinge il ricorso
Assunzioni illegittime al Comune di Aprilia, l’ex Sindaco deve pagare 127.000€
Fallito anche l’estremo tentativo di schivare il maxi risarcimento dovuto al Comune di Aprilia, relativo alle cosiddette assunzioni “facili”, sembra proprio che questa volta l’ex sindaco Calogero Santangelo non possa fare altro che sborsare oltre 127mila euro. La Corte dei Conti ha dichiarato inammissibile l’appello presentato dall’ex primo cittadino per la “revocazione” della sentenza.
14/04/2017
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