La società Tributi Italia ha provocato un danno economico da 51 milioni di euro a decine di Comuni, tra cui Aprilia e Pomezia, per aver riscosso le tasse per conto degli stessi Comuni senza mai riversarle nelle casse pubbliche. Una vera e propria truffa culminata in arresti e inchieste di Procura e Guardia di Finanza. La colpa di tutto questo non è stata soltanto dei vertici societari, ma forse anche di chi avrebbe dovuto vigilare e non l’ha fatto. Peccato che ormai sia troppo tardi. La Corte dei Conti ha infatti assolto Carlo Vaccari, Direttore dell’Ufficio del Federalismo Fiscale e Presidente della Commissione istituita presso il Ministero dell’Economia e Finanze incaricata di gestire l’albo dei concessionari della riscossione, e Vincenzo Persi Dirigente dello stesso Ufficio, accusati di “negligenza” e “omissioni di attività doverose (emissione di provvedimenti di decadenza nei confronti della Tributi Italia)” e chiamati a risarcire le casse dei Comuni di 28 milioni di euro, ma sono trascorsi più di cinque anni e quindi è tutto andato in prescrizione. Fermo restando che, comunque, secondo la stessa Corte dei Conti i due funzionari hanno fatto tutto quanto era in loro potere, anche se con tempi dilatati.
12/04/2017