Archiviato per una decina di giorni il campionato, la pausa di Pasqua permette di approfondire meglio la conoscenza del nuovo staff tecnico della prima squadra della F.C. Aprilia. A parte mister Mauro Venturi, infatti, rispetto allo scorso anno è cambiato tutto il reparto dei “mister”. Il primo a cui abbiamo chiesto di raccontare la sua esperienza nella realtà apriliana è stato il preparatore dei portieri, mister Roberto Passone.
Mister Passone, quest’anno si trova ad allenare tre ragazzi cresciuti nello stesso settore giovanile, ovvero quello della F.C. Aprilia. È una situazione vantaggiosa secondo lei? “Di positivo c’è l’impostazione, che essendo uguale per tutti permette loro di essere cresciuti con gli stessi concetti ed in maniera piuttosto omogenea. Ma può esser fatta anche un altro tipo di analisi. Avere esperienze diverse ti porta ad avere conoscenze più ampie. I vari preparatori hanno dei loro personali standard, magari qui si è puntato più su alcuni aspetti rispetto che su altri”.
Giuseppe Caruso ha alle spalle due anni da dodicesimo in Lega Pro e due da titolare in Serie D. Che portiere ha trovato all’inizio di quest’anno? “A livello fisico Caruso non è l’unico giocatoredell’Aprilia che potrebbe ambire a categorie superiori. Per un portiere del ’92, a causa dei regolamenti sugli under, non è semplicissimo scalare le categorie. Il fisico, l’impostazione tecnica e caratteriale sono aspetti in cui Giuseppe non ha nulla da invidiare a chi gioca in categorie superiori”.
Lo scorso anno Caruso ha vissuto il dualismo con Andrea Bortolameotti, classe ’98 ed attuale portiere della Primavera del Latina, ed un campionato concluso con la retrocessione. Come ha approcciato il lavoro con lui ad inizio stagione? “La classe ’92 dell’Agro Pontino per i portieri è stata molto prolifica. Perin è arrivato in alto, ma comunque anche Caruso ed altri hanno ottime qualità. Il mio ruolo è prettamente psicologico, secondo il mio punto di vista. Si deve sviluppare la forza interiore dei ragazzi. Con Giuseppe non ho fatto alcuna fatica, perché queste caratteristiche le aveva già ben sviluppate. Si è messo a disposizione e oggi sta raccogliendo i frutti di questo lavoro. Ha acquisito sempre più padronanza del ruolo, fino ad arrivare ad uno dei punti a cui tengo di più: divertirsi in partita come in allenamento”.
Riccardo Ceraldi è al primo anno in prima squadra. Come ha deciso di “accompagnare” il suo salto dalla Juniores? “Ho differenziato il lavoro tra Giuseppe e Riccardo. Con il primo ho lavorato più a livello caratteriale, mentre su Ceraldi ho preferito concentrarmi sul lavoro fisico. Non potendo contare sulla stessa altezza di Caruso ha bisogno di una maggiore reattività, coordinazione e velocità. Sono convinto che abbia acquisito tutti gli elementi necessari per far fronte alle difficoltà di un’altezza non ottimale”.
Alex Shahrokhi purtroppo ha dovuto fare i conti con dei problemi fisici, che non gli hanno permesso di competere con gli altri due compagni di reparto. Finché è stato a disposizione che idea le ha dato? “Dal punto di vista personale Alex è stato esemplare. Si è messo a disposizione, ha cercato di imparare tutto ciò che poteva. Purtroppo il problema al ginocchio lo ha fermato, ma sono convinto che anche lui abbia fatto dei grandi passi avanti. A livello coordinativo, di forza e caratteriale ha fatto dei progressi davvero eccezionali”.
Lei lavora anche con i portieri della Juniores Regionale B, Marco Lorello e Giordan Marinangeli. Che idea si è fatto sulle loro prospettive? “In realtà, secondo il mio punto di vista, all’inizio avevano dei limiti su molti aspetti. Ma gli va riconosciuto di aver lavorato sodo a testa bassa. Il passo dalla Juniores alla prima squadra non è semplice. Sarebbe necessario un percorso di crescita per i portieri che parta da lontano. Purtroppo non ho la possibilità di lavorare con i piccoli, anche se studio molto per poterlo fare. Le società hanno altre idee sull’argomento preparazione dei portieri ed è anche giusto. Comunque Marco e Giordan hanno delle buone qualità. Devono continuare a lavorare per svilupparle al meglio”.