Le indagini, condotte sia con intercettazioni ma soprattutto con numerosi servizi di osservazione e pedinamento, hanno consentito di disarticolare un sodalizio criminale definibile di tipo “familiare” poiché tre degli arrestati sono rispettivamente marito, moglie e figlio maggiorenne di un nucleo familiare operante in un clima di diffusa e pericolosa omertà.
Gli esiti investigativi hanno permesso di accertare l’erogazione di somme di denaro gravate da elevati tassi d’interesse, anche pari al 240% su base annua; forme di recupero dei crediti caratterizzate da minacce verbali, psicologiche, e metodi estorsivi degenerati anche in violente aggressioni fisiche con gravissime lesioni personali e violenze sessuali; cessioni di sostanza stupefacente del tipo cocaina, con forme di pagamento anche rateizzato (che andavano ad alimentare il circuito usuraio); l’esistenza di una vera e propria contabilità redatta da uno degli indagati (e sequestrata dai militari operanti), con i conteggi di almeno una parte dei clienti usurati. Nello specifico sono stati conteggiati 36 vittime nell’anno 2013 (con introiti pari a 41.700 euro), 46 nell’anno 2014 (con introiti pari a 58.500 euro), 70 nell’anno 2015 (con introiti pari a 93.100 euro), 55 nell’anno 2016 (con introiti pari a 77.450 euro).
Accertata una prassi consolidata di “scambio di clientela” tra usurai, attuata agli occhi delle vittime come soluzione bonaria per fronteggiare i ritardi nei pagamenti settimanali/mensili; ma soprattutto una sottomissione psicologica delle vittime, che nella maggior parte dei casi ricorreva ai prestiti per fronteggiare quotidiane esigenze di vita (pagamento di visite mediche, spese scolastiche per i figli, bollette, affitto e altro) oppure derivanti da difficoltà economiche, anche connesse allo stato di disoccupazione.
Al vertice del sodalizio vi era un 42enne, di Ariccia, con diversi precedenti penali, già destinatario della misura di prevenzione della sorveglianza speciale, ritenuto responsabile anche di violenza sessuale continuata nei confronti di una donna annoverata tra le vittime di usura nonché lesioni personali in danno di un uomo (anch’egli vittima di usura), a cui avrebbe fratturato sei costole. Era aiutato dalla moglie 44enne e del figlio 18enne, nonché degli altri due indagati, una donna 57enne e di un 31enne.
Gli arrestati sono stati associati presso le case circondariali di Velletri e Roma Rebibbia le due donne.