L’uomo, 60enne, risiedeva a Genzano e proprio ai castelli aveva espanso i propri interessi imprenditoriali.
L’uomo riciclava prevalentemente le ingenti disponibilità frutto delle diverse attività criminali, provvedendo, grazie alla vicinanza con avvocati e soggetti gravitanti nel modo delle aste giudiziarie e delle procedure fallimentari a trarre vantaggi dai pubblici incanti e ad assicurarsi beni che poi, con la collaborazione di una fitta rete di persone compiacenti, venivano intestati a terzi per occultarne la reale disponibilità.
Ruolo fondamentale era giocato dall’ex moglie del 60enne, che nonostante il divorzio aveva continuato a gestire la “cassa”.
Le indagini patrimoniali della Finanza hanno permesso di ricostruire il patrimonio dell’uomo, sproporzionato al reddito dichiarato al Fisco. Sono stati “congelati” ben 27 immobili tra Roma, Albano, Genzano, Ariccia e Lampedusa, e 5 milioni di euro tra conti correnti, azioni e obbligazioni societarie.