I cittadini-residenti hanno ‘urlato’ pubblicamente per l’ennesima volta la propria contrarietà all’impianto a rifiuti proposto dalla società Cogea Srl e destinato a ricevere oltre 60mila tonnellate all’anno di organico, ovvero avanzi alimentari e sfalci erbacei, ma anche fanghi di fogna, scorie e ceneri di impianti industriali.
POLITICI SBIGOTTITI
Allibiti dinanzi alle proteste plateali il Sindaco Fabio Fucci, la Consigliera regionale Valentina Corrado, l’Assessore Lorenzo Sbizzera il presidente del Consiglio comunale Adriano Zuccalà e il Consigliere comunale Salvatore Pignalosa. «La voce che sta uscendo dal quartiere, legittima, è: “no, non vogliamo nessun impianto a rifiuti” – ha sostenuto ad un certo punto il Sindaco Fucci cercando di placare la tensione – ne prendiamo atto e siamo consapevoli di questa voce». Ma la posizione dell’Amministrazione comunale, almeno per il momento, non cambia: l’impianto a rifiuti Cogea s’ha da fare.
LA VOCE DEI RESIDENTI
Di tutt’altro avviso i cittadini. «Altro che compostaggio! – ha sbottato una signora sventolando una copia del progetto – l’impianto Cogea riceverà anche i fanghi di fogna dentro cui finiscono metalli pesanti e idrocarburi (benzina e gasolio, ndr). Non sono una scienziata, ma so che si tratta di composti chimici molto pericolosi per la salute umana e per l’ambiente: ma come fate a dire che non vi sono rischi per noi e per i nostri figli?». «Se è così sicuro e non c’è alcun rischio, come sostenete – ha inveito a gran voce un’altra mamma – i fanghi di fogna e le scorie di altri impianti industriali li faccia portare sotto casa sua, caro sindaco». «Pomezia produce non più di 5 o 6mila tonnellate all’anno di rifiuti organici – ha ‘gridato’ un residente e papà – perché allora costruire un impianto da 60mila tonnellate? Da dove arriveranno tutti questi rifiuti?». «Tutto l’umido che produce il nostro Comune – ha ‘urlato’ un altro – dovrebbe finire nelle compostiere domestiche, condominiali e di comunità: i contenitori dentro cui in soli tre mesi l’umido si trasforma in fertilizzante per l’orto, il giardino o i vasi di casa e utile anche all’agricoltura: ma cosa state aspettando?».
E LE BONIFICHE?
«C’è da bonificare la vecchia discarica di amianto – ha ricordato un cittadino – impedire la realizzazione del nuovo deposito per rifiuti speciali che vogliono realizzare alla Maggiona, non certo permettere la realizzazione di un ennesimo impianto a rifiuti: Pomezia – ha concluso – non deve trasformarsi nella discarica di Roma». «Il litorale a sud di Roma è investito da un’ondata di ‘bio’gas – hanno sottolineato altre due persone presenti all’assemblea pubblica – un impianto da 240mila tonnellate è in corso di approvazione in zona Solfatara. Altri due impianti biogas sono in arrivo ad Ardea, uno da 115mila tonnellate, già approvato, e uno da 30mila tonnellate in corso di approvazione: a chi e a cosa servono – hanno concluso i due – tutti questi impianti a rifiuti?”
PRESTO LA “RESA DEI CONTI”
Martedì 27 febbraio in Regione Lazio avrebbe dovuto svolgersi la Conferenza dei Servizi decisoria, ovvero il tavolo istituzionale deputato a promuovere o bocciare in modo definitivo l’impianto a rifiuti proposto dalla società Cogea. “A causa della riorganizzazione delle strutture competenti in materia di rifiuti tutt’ora in corso – scrive l’ingegner Flaminia Tosini, responsabile dell’Area Rifiuti regionale, che è anche assessore e vicesindaco a Vetralla con il PD – la seduta del 27 febbraio 2017 è rinviata a data da destinarsi. Perverrà a breve convocazione formale”. Il Comune di Pomezia si può ancora validamente oppore in quella sede. Finora, l’Amministrazione Fucci si è già dichiarata più che convinta del progetto Cogea. I cittadini hanno annunciato di essere pronti a promuovere, se necessario, un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale pur di bloccare l’eventuale e ultimo via libera regionale e comunale all’impianto a rifiuti.
Daniele Castri
Quella in corso di autorizzazione in Regione è una rivisitazione del progetto originario per il ‘bio’gas Cogea a Pomezia. La versione originaria, travolta dalle proteste, risale al 2012. Ma pure la ‘nuova’ versione è finita nel mirino dei cittadini anche perché prevede che “la sezione di trattamento anaerobico con produzione di biogas potrà essere oggetto invece di un futuro e 2° stralcio funzionale”. Così scrive il progettista prof ing. Gian Mario Baruchello.
Perciò una terza rivisitazione del progetto potrebbe presto essere predisposta. “Gli uffici (comunali, ndr) hanno presentato il 2 marzo prescrizioni per la prossima conferenza dei servizi – scrive su Facebook poche ore dopo l’assemblea pubblica del 18 marzo il Consigliere comunale di maggioranza pometino Renzo Mercanti – chiedendo la rimozione dal testo di ogni riferimento ad impianti anaerobici (ovvero al ‘bio’gas, ndr)”. Il politico pometino, che il Caffè ha raggiunto al telefono, ha confermato tale affermazione, ma ha preferito non fornirci ulteriori chiarimenti sostenendo che ci avrebbe fatto chiamare dall’Assessore Lorenzo Sbizzera. Restiamo in attesa della chiamata. Magari ci fornirà anche i dati sulle tariffe del servizio rifiuti applicate a Pomezia, che ci ha promesso anni fa.